Salute: pigrizia e fumo killer micidiali
Roma.Si allunga la vita, ma aumentano gli acciacchi. Diminuisce la
mortalità infantile e quella legata ai tumori, ma aumentano i decessi
associati alle cattive abitudini (inattività fisica, fumo, alcol). È
piena di luci e ombre la fotografia sulle condizione di salute degli
italiani scattata dalla relazione sullo stato sanitario del paese,
messa a punto dal ministero della Salute e presentata ieri a Roma. A
snocciolare dato per dato vizi e virtù degli italiani sono stati il
viceministro Ferruccio Fazio e il ministro del Welfare, Maurizio
Sacconi che ha annunciato l’imminente «passaggio del testimone» del
ministero della Salute al collega Fazio. Nel frattempo lo stato di
salute degli italiani, così come è emerso dalla relazione, è ricco di
contraddizioni. Se da un lato infatti il 20 per cento di italiani
arriva a superare i 74 anni – una percentuale destinata a salire al 34
per cento nel 2050 – dall’altro lato c’è il dato poco confortante che
riguarda le patologie croniche, di cui ne soffre un italiano su 10
(artrosi, artrite, allergie, ecc.), e i cattivi stili di vita. Mentre
quindi la speranza di vita è passata dai circa 74 anni ai 78,4 per gli
uomini e dagli 80 agli 84 anni per le donne (con la Campania più
svantaggiata in termini di mortalità), la pigrizia, il fumo e l’abuso
di alcol sono diventati i principali killer degli italiani. In
particolare, i decessi dovuti all’inattività fisica sono pari al 5% del
totale, il che significa 28 mila morti l’anno. Senza contare che le
stime attribuiscono al fumo da tabacco, in Italia, dalle 70 mila alle
83 mila morti l’anno, il 25 per cento delle quali per persone tra i 35
e i 65 anni. L’alcol, invece, è responsabile della morte di oltre 24
mila italiani. Mentre è stabile il consumo di cocaina dopo una crescita
pluriennale, ed aumenta notevolmente il consumo di cannabis tra i
giovani (più 40 per cento per le donne e più 50 per gli uomini).
Preoccupante anche il dato delle morti per inquinamento indoor (radon,
microbi, fumo passivo), causa del 4,6% di tutte le morti nel nostro
paese e del 31% delle inabilità. Buone notizie, invece, sul fronte dei
tumori e della mortalità infantile. Il cancro uccide di meno, ma i
morti costituiscono il 30 per cento di tutti i decessi e rappresentano
la seconda causa di morte nel nostro Paese. Si stima, inoltre, che il
2,8% della popolazione italiana, circa 1,8 milioni di persone, abbia
avuto nel corso della propria vita una diagnosi di cancro. La mortalità
infantile mostra un andamento in continua diminuzione, con una
riduzione, dal 2001 al 2006, del 19% per i maschi e del 31% per le
femmine.