Sanità: anche in Campania parte la “ class action dei medici specializzati”
Napoli – insieme ad oltre 100 mila medici italiani, da lunedì anche il comitato camici bianchi partenopeo decide di trascinare lo Stato in Tribunale per ottenere finalmente giustizia e tutela dei loro diritti lesi proprio dalle negligenze ed omissioni delle istituzioni. Anche al Tribunale dei Napoli approda la prima grande class action medica-italiana, annuncia l’Avv. Angelo Pisani Presidente di Noiconsumatori.it l’associazione che difende non solo le vittime della malasanità ma anche tutti i medici onesti e laboriosi vessati proprio dalle istituzioni, con una battaglia destinata a veder rispettare anche in Italia i diritti dei medici oramai specializzati per anni sfruttati dallo Stato che ora dovrà rimborsare il dovuto e rispondere innanzi ai giudici della sua condotta .
Sono oltre 110 mila in tutta Italia i medici che si sono specializzati negli anni dal 1982 al 1991 e non hanno avuto circa 35.000 euro ciascuno che la legge europea gli attribuiva come diritto assoluto, e che ora potranno richiedere prima con un’azione stragiudiziale e poi in caso di mancato adempimento avviando la più grande maxi causa collettiva proposta da professionisti in Italia.
Sono già oltre 18 mila i medici che hanno deciso di aderire al comitato rimborso del maltolto agli specializzati organizzato da Noiconsumatori.it, da domani anche ai Tribunali di Napoli, Salerno, Avellino, Benevento e Caserta sarà presentata congiuntamente la domanda giudiziaria dei camici bianchi e per tutti coloro che ne hanno diritto sarà possibile aderire ed intervenire in giudizio all’iniziativa legale dei colleghi assistiti dall’Avv. Angelo Pisani .
Proprio Pisani, in un forum-blog sul sito internet www.noiconsumatori.it dove si è sviluppata l’iniziativa e deciso di richiedere giustizia per i medici specializzati, precisa “La Direttiva Comunitaria del 1982 (82/76 CEE) – spiega Gallicola – aveva stabilito, come è noto, in favore dei medici il diritto di ricevere una “adeguata remunerazione” per il periodo di specializzazione svolto, periodo in cui i medici hanno lavorato praticamente gratis nelle corsie degli ospedali universitari. Tale Direttiva, recepita in Italia solo nel 1991 (con il D.Lgs. 8 agosto 1991, n.257) limitatamente agli specializzati iscritti ai corsi a partire dall’anno accademico 91/92, ha previsto l’importo di 21.500.000 delle vecchie lire per ogni anno di specializzazione, senza nulla riconoscere ai medici immatricolatisi alla specializzazione negli anni accademici che vanno dall’82/83 al 90/91”.
“Un’ingiustizia – continua – cui ha fatto fronte la Corte di Giustizia Europea, con sentenza del 25/02/1999, e con successiva sentenza del 31/10/2000, che ha affermato il diritto alla remunerazione anche in favore dei medici che hanno svolto il corso di specializzazione dopo il 1982, termine ultimo fissato dalla citata Direttiva comunitaria, per conformarsi ad essa da parte di ciascun Stato”.
Finalmente, sulla scorta di tali sentenze della Corte di Giustizia, anche i giudici italiani, con sentenze anche della suprema Corte di Cassazione, hanno riconosciuto il diritto dei medici italiani che hanno frequentato le scuole di specializzazione tra gli anni 82/83 e 90/91, ad ottenere dallo Stato italiano il pagamento ad “una adeguata remunerazione”. Infatti già migliaia di medici hanno già avuto ragione e hanno percepito i soldi sottratti con gli interessi.
Pisani quindi vista la giurisprudenza in materia e le legittime ragioni degli specializzati si augura anche ora lo Stato voglia definire bonariamente la maxi controversia trovando una giusta soluzione e risposta per gli aventi diritto al rimborso e dando un esempio di legalità e correttezza evitando migliaia di cause che ingolferebbero i Tribunali ed costerebbero ancor più a tutti i contribuenti .