Sanità commissariata, Cisl annuncia possibile aumento Irpef e Irap
La Cisl Campania considera il commissariamento della
sanità campana “un male necessario, che deriva dalla deficitaria
capacità di seria concertazione da parte della regione Campania e
dimostra, inoltre, che i conti non erano in regola come a più riprese
si è invece sostenuto pubblicamente e negli incontri con le parti
sociali. Va ora evitato – scrive la Cisl in una nota – che dal
commissariamento derivi un ulteriore inasprimento della tassazione
locale, tanto per l’Irap quanto per l’Irpef, dato che la sanità
rappresenta già poco meno del 70% del bilancio regionale”.
Per l’organizzazione sindacale “è necessario, invece, ripristinare la
trasparenza, evitando i tagli meramente aritmetici in luogo di un piano
lungimirante e responsabile, agendo sulle diseconomie che scaturiscono,
per esempio, da prestazioni aggiuntive e dalle modalità di gestione dei
contenziosi, degli appalti e degli affidamenti esterni”. Per la Cisl va
trasformato, insomma, il commissariamento in una opportunità,
utilizzando i poteri straordinari “per incidere su talune nicchie di
potere finora non toccate, e valorizzando, su tutto, di più e meglio la
possibilità di porre in essere scelte condivise”.
A preoccupare la Uil, invece, sono “gli atteggiamenti e le
strumentalizzazioni politiche dei governi locali e regionali e quelle
di una parte del sindacato anche se in gioco c’è la salute dei
cittadini di Napoli e Campania”. Per la Uil “adesso c’è bisogno di
serietà e coerenza sia nelle scelte che nei metodi. E per questo non
comprendiamo la decisione del Ministero di Sacconi di penalizzare solo
certe regioni deficitarie. Così come nel tira e molla tra Regione e
Governo non abbiamo ancora un quadro completo e preciso del debito
sanitario in Campania”. Il sindacato chiede ai governi, sia centrale
che regionale, ragguagli chiari sulle cifre del debito sanitario,
“anche per capire a cosa andranno incontro i cittadini ed i lavoratori
della nostra regione”.
Inoltre, sottolineano le segreterie Uil, è necessario un coinvolgimento
delle organizzazioni sindacali in decisioni di tale importanza per
scongiurare che vengano messe di nuovo le mani nelle tasche dei
cittadini di Napoli e Campania, già vessati da tasse esose che non
producono altrettanto servizi efficienti. “In tale direzione, è
necessario rimettere al centro del Piano di Rientro la
razionalizzazione delle spese e l’azzeramento degli sprechi nel settore
sanitario. Nel caso contrario e di fronte all’attuazione di nuove
politiche inique nei confronti dei lavoratori – conclude la Uil – non
si escludono iniziative o mobilitazioni di protesta del mondo del
lavoro, così come si era ipotizzato inizialmente con Cisl e Cgil , per
difendere il diritto alla salute dei cittadini e tutelare i lavoratori
del settore”.