Sanità, i tagli pesano sugli italiani Spesa privata sempre più alta
Spesa pubblica sempre meno adeguata ai bisogni sanitari dei cittadini, spesa privata sempre più alta. Il risultato è che i cittadini spendono molto di tasca propria per la salute: 30,6 miliardi di euro, +8% nel periodo di crisi 2007-2010. E’ lo scenario che emerge dalla ricerca del Censis ‘Quale futuro per le risorse in sanita’? Quale sanità dopo i tagli?’, presentata oggi a Roma.
Secondo l’indagine, è stimato in 17 miliardi di euro nel 2015 il gap cumulato totale tra le risorse di cui ci sarebbe bisogno per coprire i bisogni sanitari dei cittadini e i soldi pubblici che presumibilmente il Servizio sanitario nazionale avrà a disposizione. Poche risorse pubbliche rispetto ai bisogni reali, con tagli inevitabili ai servizi.
Emblematico è il caso della spesa per i farmaci, con un taglio del 3,5% della spesa pubblica e un incremento della spesa privata del 10,7% nel triennio 2007-2010. Per le famiglie aumenta il peso dei ticket sui farmaci (a fine anno si supererà di molto il miliardo di euro) e, se non verranno aboliti, arriverà presto la stangata dai ticket su diagnostica, specialistica e pronto soccorso, che unita a quella sui farmaci sarà un nuovo salasso stimabile in 4 miliardi di euro.
Secondo il rapporto, l’aumento della spesa privata non dipende solo dalle recenti manovre di bilancio. “Ci sono settori dalla copertura pubblica da sempre giudicata inadeguata, come l’odontoiatria, con il 95% della spesa a carico dei privati, quasi 12 miliardi di euro
l’anno. Al moltiplicarsi dei piccoli disturbi, le persone cercano risposte rapide, molto spesso a spese proprie, per continuare a svolgere le funzioni quotidiane in famiglia e al lavoro”.
Nelle Regioni senza Piani di rientro i cittadini che parlano di un peggioramento sono il 23,3%, mentre per il 19,4% c’è stato un miglioramento. La sanità, rivela il Censis, peggiora dunque nelle Regioni in cui i Piani di rientro hanno imposto controlli rigidi della spesa e tagli a servizi e prestazioni: in queste Regioni si spende meno rispetto al passato, ma per ora non si spende meglio.