Sanità: l’agonia del congiunto va risarcita agli eredi
Anche l’agonia deve essere risarcita. Lo sottolinea
la Cassazione (sentenza 8360/10) che riconosce come la lenta morte di
chi «rimane lucido durante l’agonia in consapevole attesa della fine»
debba essere risarcita.
E’ stato riconosciuto un
risarcimento di 90 mila euro come danno morale a favore dei famigliari
di un agricoltore salernitano morto 20 anni fa in una maniera terribile
a causa di una scarica elettrica che lo colpì mentre era intento al
lavoro su di un albero di noce. La Corte d’Appello di Salerno aveva
negato il risarcimento del danno biologico per il fatto che la morte
era stata «pressochè immediata». Contro la riduzione del risarcimento i
famigliari dell’agricoltore hanno fatto ricorso in Cassazione
sostenendo il diritto al risarcimento per la lunga sofferenza patita
dal congiunto prima della morte. La Suprema Corte ha accolto il ricorso
e ha evidenziato che nel quantificare la somma «si deve tenere conto
anche della sofferenza psichica subita dalla vittima di lesioni fisiche
alle quali sia seguita dopo breve tempo la morte, che sia rimasta
lucida durante l’agonia, in consapevole attesa della fine». Il giudice
«deve personalizzare la liquidazione dell’unica somma dovuta in
risarcimento dei danni morali tenendo conto anche del cosiddetto danno
tanatologico dove i danneggiati ne facciano specifica richiesta». Il
risarcimento di 90 mila euro è stato riconosciuto ritenendo
responsabili il proprietario del terreno dove l’agricoltore stava
lavorando e l’Enel quale responsabile dell’area sulla quale passava la
linea elettrica.