Sannio – Dopo l’alluvione si contano i danni. Sì, ma come?
Il Sannio, in ginocchio dopo l’alluvione che ha colpito la scorsa settimana tutto il territorio, stenta a tracciare una stima reale dei danni. Si tratta comunque di eventi tutt’altro che imprevedibili e che, anzi, potrebbero essere arginati con un’attenta opera di prevenzione del dissesto idrogeologico. In Parlamento, proprio pochi giorni prima del disastro, era stata presentata ufficialmente una ricerca scientifica sulle calamità naturali ad opera della sezione campana del CNR,
con tanto di denuncia aperta dello stallo di istituzioni nazionali e locali, chiamate invece ad adottare provvedimenti urgenti per limitare gli effetti di simili, catastrofici eventi.
Dallo studio emerge che in Campania sono ben 504
i comuni a rischio idrogeologico, pari al 92% del totale. E nell’82% dei comuni italiani (6.633 su 8.071) sono presenti aree a
rischio idrogeologico. Vale a dire che oltre 6 milioni di persone risiedono in zone esposte al
pericolo di frane o alluvioni. La superficie
delle aree ad alta criticità
idrogeologica si estende per 29.517 Kmq, il 9,8% dell’intero
territorio nazionale, di cui 12.263 kmq (4,1% del territorio) a rischio
alluvioni e 15.738 Kmq (5,2% del territorio) a rischio frana.
Ancor più incerti, poi, il calcolo sul risarcimento che spetta ai Comuni danneggiati e soprattutto i tempi di attesa dei fondi, se si pensa che alcuni paesi colpiti dal sisma del 1980 stanno ancora aspettando.
C’è comunque chi non resta con le mani in mano e fin da subito mette in moto la catena della solidarietà. E’ il caso del presidente dell’Ottava Municipalità di Napoli Angelo Pisani, che ha lanciato a Scampia una raccolta di generi di prima necessità. I volontari potranno portarli la mattina di tutti i giorni feriali presso l’Osservatorio sulla Legalità, nella sede municipale in viale della Resistenza. Sarà poi la Caritas a smistare quanto ricevuto in sostegno dei casi più urgenti.