Scajola: «Operativa la class action, elemento di civiltà»
«Anche in Italia diventa finalmente operativo uno strumento di civiltà,
essenziale per la tutela dei consumatori, già attivo in altri paesi
sviluppati». Così Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico,
commenta l’entrata in vigore della class action, ricordando che «da ora
è più semplice, concreto ed effettivo l’esercizio dell’azione
collettiva, poiché questa può essere avviata anche da singoli
consumatori o utenti, anziché solo dalle loro associazioni, e viene
semplificato il meccanismo di liquidazione del danno».
La possibilità di esercitare la class action, ossia l’azione
collettiva a tutela dei propri diritti per danni o inadempienze
contrattuali da parte delle aziende, operativa dal 1° gennaio 2010, è
una innovazione introdotta dalla Legge Sviluppo per tutelare i
consumatori e gli utenti, sostituendo così integralmente l’analoga
disciplina, prevista dalla legge finanziaria per il 2008, ma mai
entrata in vigore perché ritenuta carente sia sotto l’aspetto
procedurale che sostanziale.
Consumatori o utenti, che abbiano patito danni derivanti da
prodotti difettosi o pericolosi, o da comportamenti commerciali
scorretti o contrari alle norme sulla concorrenza, potranno unire le
proprie forze per ottenere il risarcimento nelle ipotesi in cui il
ricorso al giudice sarebbe troppo oneroso per un singolo individuo. Con
le nuove norme tutti coloro che si trovino nella stessa situazione di
chi ha promosso la causa, nelle ipotesi suddette, potranno aderire
all’azione, facendo valere i propri diritti, anche attraverso il
promotore e senza bisogno di ricorrere autonomamente ad un avvocato. Il
procedimento sarà snello e consentirà di avere una sentenza
immediatamente esecutiva e non una mera sentenza di principio che poi
costringe ad instaurare un successivo giudizio.
Per assicurare una piena tutela dei consumatori che aderiscono, è
previsto il preventivo esame da parte del giudice per verificare
l’adeguatezza di chi ha instaurato il giudizio a curare l’interesse
della classe, cioè del gruppo di consumatori o utenti che versino nella
medesima situazione, e per accertare l’assenza di conflitti di
interesse. Assicurata la piena trasparenza e pubblicità di tutte le
fasi del procedimento, compresa la pubblicità sul sito del ministero
dello Sviluppo Economico. Contemplata l’eventuale sospensione del
giudizio quando sui fatti rilevanti è in corso un’istruttoria davanti a
un’autorità indipendente, o un giudizio dinnanzi al giudice
amministrativo. Sono interessati dal provvedimento gli illeciti
commessi successivamente alla entrata in vigore della Legge Sviluppo,
cioè successivamente al 15 agosto 2009.
Critico Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd per
il quale è più oneroso per i cittadini difendersi. «Il governo – ha
sottolineato Fassina – ha mutilato lo strumento della class action
rispetto alla legge voluta dal ministro Bersani. Ha, infatti, reso
enormemente più complicato e costoso per i cittadini-consumatori
difendersi dagli abusi e dai disservizi e, inoltre, ha indebolito le
possibilità d’intervento delle associazioni dei consumatori». Il banco
di prova della legge sarà nei prossimi mesi. «Nei prossimi mesi vedremo
quanto sarà inefficace la legge propagandata dal ministro Scajola – ha
detto Fassina – in merito alla quale anche il sottosegretario allo
Sviluppo economico, Stefano Saglia, ha riconosciuto la sostanziale
distanza rispetto alla normativa vigente in Europa».