Scampia e dintorni, spunta una villa romana da salvare
Marianella, Scampia, Piscinola, Chiaiano. Zone tristemente famose per la cronaca nera, ma che possono rivelare inaspettate meraviglie archeologiche. Pochi forse sanno che gli antichi Romani dimorarono anche nella zona a Nord di Napoli, ricca di vegetazione all’epoca e dunque ideale per costruirvi una villa rustica. Ne è esempio lampante Marianella, dove negli anni ’80 sono stati scoperti proprio i resti di una «domus rustica» ripulita in questi giorni dai volontari del Gruppo Archeologico Napoletano con l’aiuto di alcuni studenti di una scuola vicina al sito di Cupa Marfella.
Dopo la scoperta e lo scavo avvenuto nel post terremoto, su parte della villa venne sistemata una copertura realizzata con tubi innocenti e lastre in lamiera ondulata. L’abbandono del tempo ha fatto crollare questa copertura sulle strutture sottostanti, per cui il lavoro di recupero dell’area si preannuncia ancora più complesso. «La villa romana di Cupa Marfella – spiega il presidente dell’associazione, l’archeologo Marco Giglio – ha una pianta rettangolare che si sviluppa intorno ad un cortile centrale, con una serie di strutture abitative e di lavoro che si dispongono su tre lati, mentre il quarto è delimitato soltanto da un muro di cinta. Intorno al cortile, su tre lati è un portico. Nelle condizioni attuali, le strutture sono completamente inghiottite dalla vegetazione ma da quanto sappiamo la villa risale al I secolo d.C. e sembra essere stata frequentata anche in epoca tardoantica e medievale. Forse essa è stata costruita sui resti di una villa preesistente di età repubblicana. Si tratta in ogni caso di un insediamento di tipo agricolo: all’epoca insediamenti del genere erano numerosi nell’hinterland napoletano».
Un altro pezzo di storia salvato dal Gan, che lo scorso anno ha ripulito e reso di nuovo fruibili le antiche terme romane di Agnano, visitabili ogni terzo weekend del mese. «E non è un caso che anche questo sito da noi scelto sia in periferia – spiegano dall’associazione – visto che la nostra attenzione è rivolta soprattutto al recupero dei siti archeologici ubicati ai margini della città, troppo spesso sconosciuti agli stessi
abitanti della zona».