Scampia, stop ai nuovi alloggi. Il Comune non paga le ditte
Scampia doveva rinascere dalle ceneri delle Vele. Nuovi alloggi popolari da assegnare a beneficiari ed ex abitanti delle piramidi di cemento sembravano dietro l’angolo, ma invece tutto si fermerà. Il comune di Napoli non paga le ditte e così, dalla prossima settimana, i cantieri chiuderanno, molti operai saranno licenziati e le case resteranno un miraggio. Uno stop forzato che oltre a bloccare il piano di riqualificazione, getterà di nuovo le Vele nel degrado ripopolando gli edifici sgomberati con nuovi abusivi. L’esodo per la riappropriazione illecita dei palazzi è già in corso. Inquilini di colore e stranieri, di cui molti provenienti dall’est, si sono accaparrati i buchi di pochi metri quadrati che compongono quei blocchi fatiscenti di fabbricati. Ricomincia la giostra di droga e abbandono nelle ultime 4 vele rimaste. È uno schiaffo a quanti hanno lottato per la riqualificazione, per gli abitanti e per tutti quelli che hanno creduto alle promesse ed ai progetti. Non basta promettere ancora una facoltà universitaria, la riqualificazione deve partire dalle abitazioni, dal permettere agli abitanti di vivere in case «vere», decenti. Adesso tutto tornerà indietro di anni. La denuncia arriva nero su bianco, prima ancora che operai e sindacati facciano esplodere la protesta sotto palazzo San Giacomo. «Su incarico delle famiglie dei lavoratori- annuncia Angelo Pisani, avvocato e presidente di ”Noi Consumatori“- ho effettuato un esposto alla Procura della Repubblica, al Parlamento, al Governo e al Prefetto di Napoli per denunciare la gravissima situazione che mette a rischio sia i lavoratori dei cantieri che gli assegnatari delle case, oltre che decretare il fallimento del piano di riqualificazione». I soldi per eseguire i lavori di costruzione degli edifici non sono mai arrivati alle ditte appaltatrici se non qualche piccola rata, che è servita a scongiurare la sospensione delle opere nei cantieri già avvenuta una prima volta in autunno, quando ”Piazza della Socialità“ e i cantieri Siop chiusero per due mesi a ottobre e novembre. «Le autorità competenti- continua Pisani- devono accertare la gestione dei soldi destinati al piano alloggio, bisogna capire che fine hanno fatto gli stanziamenti della Regione Campania e come li ha utilizzati il Comune dal momento che le ditte non hanno ricevuto quasi nulla». Si tratta di quasi 200 appartamenti, molti dei quali quasi completati, che non potranno più essere consegnati e, inevitabilmente, con la chiusura dei cantieri a cominciare da lunedì, inizieranno a degradarsi tra intemperie, incuria e abbandono. «Le ditte non ce la fanno più a pagare i fornitori- spiega Dario Rossi, geometra dei cantieri Siop- siamo al collasso e abbiamo 60 operai che rischiano di andare in mezzo a una strada». In realtà, il bilancio dei lavoratori che rischiano il licenziamento e la cassa integrazione è ancora più drammatico perché riguarda più di cento operai suddivisi tra i due cantieri in questione. Ma l’aspetto più allarmante è la «mancanza da parte del Comune- sottolinea Pisani-che provocherà anche problemi di ordine pubblico perché da lunedì ci sarà la rabbia degli operai e quella degli assegnatari, oltre che il rifiorire dell’illegalità nelle Vele». «Abbiamo scoperto che la Regione aveva fatto le rimesse al Comune per consentirgli di pagarci- spiega Federica Brancaccio dei cantieri ”Piazza della Socialità“- ma fino a oggi non sappiamo ancora perché non ci hanno girato i soldi che ci devono, cioè 2milioni e mezzo di euro». Ma l’importante ora è «trovare una soluzione con l’amministrazione comunale per non essere costretti a fermarci definitivamente» si augura Brancaccio. Una speranza ma anche «una patata bollente per il nuovo sindaco e la nuova municipalità» conclude Pisani.