scandalo multe autovelox
di NOI Consumatori · 14 marzo 2009
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Roma. La Cassazione dice «basta» agli autovelox utilizzati in maniera scorretta – solo al fine di rispondere alle esigenze di cassa dei comuni e delle società private che hanno in appalto il servizio di rilevamento della velocità – e sottolinea che gli apparecchi devono essere segnalati agli automobilisti almeno 400 metri prima dal punto della loro collocazione. Altrimenti gli stessi autovelox possono venire sequestrati dall’autorità giudiziaria e i titolari della società di rilevamento rischiano anche l’incriminazione per truffa. La Suprema Corte – sentenza numero 11131 della seconda sezione penale – ha confermato il sequestro di alcuni veicoli e autovelox della società «Speed Control» attiva in tre comuni calabresi, quelli di Fiumefreddo Bruzio, Belmonte Calabro e Longobardi (in provincia di Cosenza), senza che gli apparecchi fossero segnalati con chiarezza e in anticipo. L’impresa calabrese titolare della concessione per il noleggio delle apparecchiature, attraverso una serie di autovelox ben occultati nelle auto di proprietà del titolare della «Speed Control», Francesco L., a tradimento aveva invece dato multe a raffica agli automobilisti. Il titolare, infatti, riceveva un compenso per ogni multa riscossa. Il sequestro delle apparecchiature era già stato disposto dal tribunale di Cosenza, lo scorso 7 maggio. Inutile il ricorso presentato in Cassazione dalla «Speed Control» in cui si chiedeva il dissequestro delle apparecchiature sulla base del fatto che si era omessa qualunque indagine sull’elemento psicologico del reato di truffa ipotizzato. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso e ha sottolineato che «la sussistenza del fumus del reato di truffa» è stato argomentato «attraverso un percorso immune da vizi logici e giuridici» sulla base del fatto che l’articolo 142 del codice della strada «prevede che le postazioni di controllo debbano essere segnalate e ben visibili». E per i giudici di piazza Cavour è corretta la tesi accusatoria della procura di Cosenza in base alla quale l’attività di rilevamento così svolta dalla società calabrese «era intenzionalmente preordinata a trarre in inganno gli automobilisti» in contrasto con lo spirito della normativa in materia «diretta a reprimere incidenti più che a reprimere». I supremi giudici ricordano inoltre che la circolare del ministero dell’Interno – del 3 agosto 2007 – prescrive che deve esserci «la segnalazione almeno 400 metri prima del punto di collocamento» dell’autovelox. Annunciano una class action contro i «reiterati abusi dei comuni, che hanno disinvoltamente utilizzato gli autovelox come strumenti di pronta cassa per ripianare i bilanci» Elio Lannutti dell’Adusbef e Rosario Trefiletti della Federconsumatori. «Almeno il 50 per cento delle multe recapitate agli automobilisti con autovelox appaltati a ditte esterne – aggiungono – mediante la tecnica degli agguati utilizzati nel far west sono annullabili ed i punti persi sulla patente recuperabili». |
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commerciante anche io sono una vittima dell’ autovelox di Longobardi , e per soli 5km orari in più . Oltre al danno anche la beffa perchè per un giorno di ritardo ho pagato il doppio della multa a me fatta , quindi adesso ci sarà la possibilità di un qualche risarcimento a chi mi devo rivolgere . distinti saluti Marino Domenico
multa a longobardi sono vittima di 3 autovelox a longobardi nella stessa giornata. a chi mi devo rivolgere per maggiori chiarimenti?