A volte la storia si
ripete… perché oggi a distanza di anni si parla di nuovo di uno scandalo che
riguarda l’industria automobilistica. Infatti quello che forse in molti non
sanno è che non si tratta di uno dei tanti casi isolati che riguardano questo settore.
La cultura della tutela dei consumatori inizia proprio su questi temi, circa 60
anni fa, quando l’avv. Ralph Nader, da sempre attento alla sicurezza del
consumatore, pubblicò un articolo intitolato The
Safe Car You Can’t Buy (La vettura
sicura che non potete comprare), un’inchiesta
con critiche aperte alle industrie automobilistiche. Inoltre dati alla mano,
sono recentissimi casi di reclami, richiami e risarcimenti nella storia
automobilistica USA: possiamo citare il caso dei pneumatici Firestone del 2001,
il primo vero scandalo che suscitò grosso clamore nell’opinione pubblica
mondiale, e che portò delle conseguenze disastrose con oltre 250 morti per
incidenti. Non si sa esattamente quanti ne siano stati ritirati (si parla
addirittura di 25 milioni di pneumatici ritirati), od ancora lo scandalo Ford,
al primo posto nella classifica dei 10 più importanti richiami, che fu
costretta nel 2008 a richiamare nelle concessionarie più di 12 milioni di auto
e truck per un difetto ad un interruttore a rischio di surriscaldamento. Sempre
nello stesso decennio un altro scandalo colpì il colosso Giapponese, la Mitsubishi:
in Giappone la polizia, indagando su un incidente, scoprì casualmente
documenti che dimostravano come l’azienda nipponica fosse al corrente di alcuni
difetti relativi ad auto, bus e truck di propria produzione ma che li copriva
da circa trent’anni.

La storia quindi ci insegna che abbonda la
casistica di anomalie, malfunzionamenti, richiami nell’industria
dell’automobile, dovute magari a negligenze dell’uomo, in fase di costruzione
delle automobili. Sicuramente fatti gravi quelli appena citati, che come detto
hanno portato alla sostituzione di milioni di pezzi, al ritiro di milioni di
auto e a risarcimenti milionari; ma è dai tempi dell’inchiesta dell’Avv. Ralph
Nader che non assistevamo ad un vero e proprio tradimento di un colosso
automobilistico, quale la Volkswagen, nei confronti dei consumatori. Si perché
così si è tradita la fiducia dei consumatori, come confermato anche dall’ A.D.
di Volkswagen Usa Michael Horn, che da sempre hanno riposto nella Casa di Wolfsburg sicurezza, affidabilità e
serietà. Si parla di tradimento, a mio avviso, in quanto la Casa tedesca ha
tramato alle spalle dei consumatori installando illegalmente un software
di manipolazione progettato per aggirare le normative ambientali sulle
emissioni di NO_x e di inquinamento da gasolio: il
software avrebbe quindi rilevato il momento in cui le vetture sarebbero state
sottoposte ai test di emissioni, consentendo quindi di bypassare e superare
pienamente le prove. In condizioni di guida normali, le autovetture avrebbero
superato di 40 volte il limite consentito dalla legge per quanto riguarda
l’inquinamento.

Intanto il Governo Statunitense ha ordinato di recuperare quasi 500.000 vetture con
quattro cilindri TDI diesel, e sono state avviate già azioni civili e
penali con il rischio di sanzioni che ammonterebbero a circa 18 miliardi di
dollari. E noi? Intanto la casa tedesca ha bloccato la vendita alle
concessionarie italiane delle auto Diesel con emissioni Euro 5. E chi ha
acquistato una Volkswagen dal 2009 al 2015 qui in Italia? NoiConsumatori.org è
pronta ad assistere tutti i cittadini che si trovano impelagati in questa
spiacevole situazione, presieduti dall’Avv. Angelo Pisani, che ha già
annunciato la battaglia legale in favore degli automobilisti italiani. A breve
sarà online un modulo per tutti gli automobilisti che hanno subito la truffa.