Scommesse sportive, stop alle giocate anonime per importi sopra i 1000 euro
Controlli più severi per evitare il riciclaggio dei proventi di
attività criminali nelle agenzie di giochi e scommesse e revisione
della normativa sull’offerta pubblica d’acquisto, con il ritorno della
«passivity rule»: sono queste le due novità introdotte ieri da
altrettanti decreti legislativi approvati dal Consiglio dei ministri.
Con il primo provvedimento, il governo estende alle ricevitorie, alle
agenzie di giochi e scommesse e alle sale Bingo precisi obblighi di
verifica e segnalazione, arruolando così tutte «le attività di gioco in
sede fissa» nelle rete dei controlli anti-riciclaggio. Controlli che
scatteranno nei confronti di chi giocherà somme superiori ai mille
euro: l’agenzia dovrà conservare i dati identificativi del giocatore,
quelli relativi alla data e al valore della giocata e ai mezzi di
pagamento utilizzati. Per i casinò, l’obbligo di identificazione è
previsto per gli acquisti di fiches di importo pari o superiore ai
duemila euro. Il decreto legislativo impone l’obbligo di «adeguata
verifica» anche in caso di operazioni «collegate». Quelle giocate,
cioè, frazionate in diverse tranche per evitare di raggiungere il tetto
di mille euro che farebbe scattare i controlli. Tempi duri, dunque, per
i giocatori accaniti, che avranno però più di cinque mesi per poter
adeguare i propri comportamenti al tavolo da gioco: la normativa
antiriciclaggio entrerà infatti in vigore soltanto dal primo marzo
2010. La seconda novità che arriva da Palazzo Chigi è la reintroduzione
della passivity rule nella disciplina dell’opa. Una regola che impone
ai manager di una società sottoposta ad opa di non mettere in campo
delibere pregiudiziali al buon esito dell’opa stessa e che era stata
mandata in soffitta nove mesi fa, nel pieno della bufera finanziaria.
Allora l’obiettivo del governo era di dare alle società italiane
indebolite dalla crisi una maggiore capacità di opporre resistenza alle
scalate ostili provenienti dall’estero. Ma la crisi sta finalmente
rallentando e il governo decide dunque di superare la legislazione
d’emergenza: dal primo luglio 2010 la passivity rule tornerà così a
essere norma generale di legge, con la possibilità per le società di
prevedere nei propri statuti delle specifiche deroghe. Un ritorno al
passato in linea con le raccomandazioni fornite negli ultimi tempi
dalla Consob. Il passo indietro sulla disciplina dell’opa piace anche
alla numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia: «È positivo –
afferma – che si torni a una situazione di maggiore contendibilità».
Continua intanto la polemica sull’estensione dello scudo fiscale ai
procedimenti penali in corso, ipotesi a cui sta lavorando il governo.
La misura per il rientro dei capitali, osteggiata dall’opposizione,
viene difesa dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti: «Se si facesse
con lo scudo inglese – spiega – costerebbe enormemente di meno». Lo
scudo fiscale non piace al leader della Cisl Raffaele Bonanni, che lo
giudica però necessario per far fronte alla crisi.