Scudo fiscale, voto finale slitta a venerdì Di Pietro: il governo aiuta la mafia
Il voto finale sul decreto che contiene lo
scudo fiscale slita a venerdì. Lo ha stabilito il presidente della
Camera, Gianfranco Fini, accogliendo la richiesta di Pd, Udc e Idv che
avevano rivolto un appello affinché non scattasse la cosiddatta
“ghigliottina” che interrompe forzatamente il dibattito in corso in
aula (il voto era previsto per oggi).
Secondo quanto affermato dal presidente della Camera, infatti, il
dibattito avrebbe dovuto forzatamente chiudersi oggi e approdare alla
votazione finale anche se la discussione sugli ordine del giorno non
fosse stata ultimata. Decisione, aveva spiegato Fini, presa per dare
modo al presidente della Repubblica di valutare in modo approfondito il
contenuto del decreto (che scade il 3 ottobre). Invece il presidente
della Camera, nel corso della riunione dei capigruppo, ha comunicato ai
rappresentanti di maggioranza e di opposizione la scelta di prorogare
il dibattito e di spostare il voto conclusivo alle 13 di domani.
I lavori della Camera sul decreto erano ripresi stamani fra le proteste dell’opposizione. Dopola fiducia incassata ieri sera dal governo,
oggi ci sarà il voto finale sul provvedimento. I deputati sono
impegnati nell’illustrazione degli ordini del giorno. La sessione si
concluderà con il voto degli stessi ordini del giorno e quello finale
sul provvedimento nel suo complesso.
«È aberrante che abbonino no furbizie, ma reati veri e proprioi
per finanziare la scuola, la sanità, i servizi pubblici». Pier Luigi
Bersani parla così delle scudo fiscale. Il giudizio del candidato alla
segreteria del Pd è duro: «Ma ci rendiamo conto a che punto siamo
arrivati? Si finanziano i servizi abbonando i reati. Dove arriviamo
così? L’anno prossimo si metterà una tariffa per i reati? Un tot per
l’omicidio, un tot per il furto o lo stupro e uno esce e così
finanziamo la sanità: è un discorso aberrante che dovrebbe suscitare
una reazione più netta e non solo da parte dell’opposizione».
Francesco Barbato dell’Idv nel suo intervento ha accusato il
governo di favorire la mafia e si è imbavagliato in aula con un
fazzoletto con su scritto “Giorgio non firmare”, una richiesta al
presidente della Repubblica affinché non dia il via libera al decreto
che continene lo scudo fiscale.
«Lanciamo un estremo, ultimo appello al Capo dello Stato perché fermi
per tempo una norma che sancisce definitivamente l’aiuto da questo
governo e da questo Parlamento alla criminalità», ha detto Antonio Di
Pietro, leader dell’Idv, di fronte a palazzo di Montecitorio dove,
insieme ai giovani del partito, l’Idv manifesta contro lo scudo
fiscale. Il leader Idv, con coppola in testa e sigaro in bocca stile
“padrino”, al collo un cartello “La mafia ringrazia”, se la prende
anche con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: «Dice che così
rientrano 300 miliardi di euro? Non ne beneficeranno gli italiani, ma i
delinqenti italiani, che se li terranno stretti per poi riportarseli
all’estero. Questi sono soldi che stanno fuori dall’Italia perchè
proventi di delitti… È riciclaggio di Stato» accusa l’ex pm, che cita
il codice: «Roba punita dagli articoli 648 bis e ter… Ora ci sarà
anche il 648 “comma Silvia”, che è un abbuono per chi commette delitti».