Scuola, all’esame di terza media arriva il quiz di cultura generale
ROMA – Esame-rebus per oltre mezzo milione di
studenti della scuola media e prove Invalsi sotto accusa. Fra tre
settimane, 575 mila ragazzi di terza media saranno chiamati ad
affrontare la loro ultima fatica. Quest’anno, entrano in vigore
alcune novità e la prova Invalsi è quella che fa più paura.
Introdotta nel 2008 dall’allora ministro Giuseppe Fioroni per
delineare un quadro globale del livello di preparazione degli
alunni, quest’anno per la prima volta farà media all’esame di
Stato. Ma il quizzone non lascia per niente tranquilli mamme e
papà. Quelli somministrati, dal 6 al 13 maggio scorsi, agli alunni
di seconda e quinta elementare e ai ragazzini di prima media, hanno
fatto andare su tutte le furie maestre e genitori. E in alcune
scuole di Roma le prove sono state addirittura boicottate. Motivo?
I contenuti del test considerati, da molti, “obsoleti” o peggio
“mal congegnati”. Per esempio.
Nel fascicolo per i piccoli della quinta elementare, tra i quesiti
di ortografia figurava un quadrifoglio, ma con cinque foglie: un
“quintifoglio”, hanno scritto alcuni bambini. “Perché dovrei
considerarlo un errore?”, si chiede un’insegnante. Mentre il brano
di comprensione del testo si intitolava “L’Useliera”, che narra le
bellezze della Valsugana, in Trentino. Un pezzo, secondo alcuni
genitori, non adatto ad una prova a livello nazionale. “Dov’è la
Valsugana?”, si sono chiesti in molti.
E via un fiume di critiche che inonda blog e siti dedicati alla
scuola. Anche la Uil critica le prove Invalsi. “Una macchina
organizzativa complicatissima, migliaia di fotocopie, schede da
riempire, pacchi, plichi, buste e almeno 40 pagine da organizzare e
compilare per il lavoro di raccolta dati, di dubbia utilità e con
la richiesta di informazioni non direttamente connesse allo
svolgimento delle prove”, spiega Massimo Di Menna.
E la valanga di polemiche aumenta con l’avvicinarsi della prova,
prevista il 17 giugno. Quanto peserà il quizzone sul risultato
finale dell’esame di Stato? La normativa parla di media che, senza
altre specificazioni, si intende aritmetica. Il punteggio finale, è
infatti la novità di quest’anno, scaturirà dalla media dei punteggi
conseguiti dai ragazzini nelle tre/quattro prove scritte (Italiano,
Matematica, Inglese ed, eventualmente, anche seconda lingua
straniera), nel colloquio, all’ammissione e, appunto alle prove
Invalsi. Il 17 giugno, durante le prove nazionali di Italiano e
Matematica, i prof dovranno stare con gli occhi bene aperti.
“Poiché tale prova concorre alla valutazione complessiva
dell’allievo (…) – scrive il direttore generale, Mario Dutto,
nella circolare sulla valutazione finale – è evidente la
responsabilità delle scuole” che “sono chiamate a far sì che lo
svolgimento della prova stessa avvenga correttamente” evitando
“comportamenti opportunistici”. Insomma: niente aiutini da parte
degli insegnanti ai ragazzini meno attrezzati e niente
collaborazione tra gli alunni durante le prove. I prof dovranno
rigare dritto. “Valutazioni superficiali o meramente notarili – –
possono nascondere apprendimenti approssimativi o addirittura
posticci”. Un tono che alla Flc Cgil non è piaciuto per nulla.
“Contesteremo nelle sedi opportune questo atteggiamento”,
replicano.