Scuola: il precariato del personale docente sfocia in rivolta
Avevano promesso di difendere il
posto di lavoro con le unghie e con i denti. Così i precari della
scuola campana hanno occupato ieri mattina la sala d’attesa
dell’Ufficio scolastico regionale a Napoli. A causa della protesta, in
un primo tempo sono state bloccate le attività di immissione in ruolo
degli insegnanti. Paralisi che ha provocato tensioni tra i manifestanti
e coloro che invece erali lì perchè in attesa dei decreti immissioni in
ruolo: scambi di insulti e dialoghi veementi tra le parti in causa. C’è
voluta un’ora per riprendere le normali operazioni. Il direttore
dell’Ufficio Scolastico regionale, Alberto Bottino, fa sapere che gli
occupanti non saranno denunciati. Con i suoi oltre 8mila tagli, di cui
6mila docenti e 2mila personale Ata, la Campania è la regione più
colpita «perché abbiamo avuto 5mila pensionamenti, meno di quanto ci
aspettassimo», spiega Bottino. «Stiamo lavorando però con la Regione e
con il Ministero soprattutto per quanto riguarda gli Ata. Attualmente
la situazione peggiore si ha a Caserta e poi a Salerno e Napoli, mentre
Avellino e Benevento hanno risolto il problema». Ma un insegnante di
strumento musicale attacca: «In Campania ci sarebbe la disponibilità di
36cattedre per docenti come me, e ci sono state solo 2 immissioni in
ruolo. Le restanti dovrebbero essere a disposizione dei precari, invece
niente». Gli fa eco un docente di inglese rimasto senza cattedra «da
quando gli esuberi delle elementari li hanno spostati alle superiori.
Tanti insegnanti delle elementari hanno seguito un corso di 100 ore e
ora che nella scuola primaria ci sono gli esuberi, li passano alle
superiori».
La Regione interviene a sostegno dei docenti precari. Il Governatore, Antonio Bassolino ha ribadito che la Giunta anche per quest’anno ha assunto l’impegno a mantenere in ruolo almeno 300 docenti precari ma avverte che la situazione occupazionale è davvero grave: «Occorre subito la convocazione di un tavolo interistituzionale per definire nuove possibili soluzioni alla sofferenza di tanti docenti». Intanto (nonostante gli annunci tranquillizzanti) continua la protesta a Benevento, dove 7 precarie hanno trascorso la seconda notte sul tetto dell’ex Provveditorato agli Studi. E, sempre nel Sannio, parte l’iniziativa della “scuola popolare alternativa”: corsi di recupero gratuiti per i bambini del quartiere tenuti da insegnanti precari, che hanno solidarizzato con le colleghe. |