Scuola: modifiche per le valutazioni. L’ora di religione concorrerà alla formazione di crediti
Mentre moltissimi studenti italiani si
preparano alle “verifiche” (la versione moderna dei vecchi esami di
riparazione), si scaldano i motori per l’avvio del nuovo anno
scolastico e all’orizzonte non mancano nuvoloni: sulla Gazzetta
ufficiale è stato pubblicato, ed è dunque operativo, il regolamento
sulla valutazione degli studenti, che implicitamente “supera” la
sentenza del Tar del Lazio sui crediti per l’ora di religione (contro
la quale il ministro Gelmini presenterà ricorso) e restano tutt’altro
che definite le sorti degli insegnanti precari.
Al via le verifiche – Tra corsi di recupero organizzati dalle
scuole (ma non sempre le risorse finanziarie degli istituti hanno
permesso un’adeguata organizzazione) e ripetizioni private (con un
costo orario che oscilla tra i 27 e i 50 euro secondo la materia e la
qualifica del prof arruolato) nelle località di vacanza, il 28,6% degli
studenti delle superiori sospesi con debiti (circa 600mila) ha dovuto
passare una parte dell’estate sui libri. E tra pochi giorni dovrà
dimostrare agli insegnanti, con prove scritte e orali, di aver colmato
le lacune. I consigli di classe quindi si riuniranno di nuovo per
decidere se ammettere o no i ragazzi alla classe successiva.
Religione, sullo sfondo resta la sentenza del Tar – Il ministro
dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha annunciato nei giorni scorsi
ricorso al Consiglio di Stato (l’appello verrà presentato la prossima
settimana) contro la sentenza del Tar che ha annullato l’ordinanza
ministeriale (dell’ex ministro Giuseppe Fioroni) sui crediti per l’ora
di religione, impedendo anche ai docenti che insegnano religione di
partecipare a pieno titolo agli scrutini. Intanto però è stato
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, ed è dunque pienamente operativo,
il regolamento sulla valutazione degli studenti, che non tiene
naturalmente conto della recente sentenza del tribunale amministrativo
e dunque consente che i prof di religione abbiano peso per
l’attribuzione dei crediti.
Per i precari soluzione ancora lontana – Il Tar del Lazio ha
accolto a suo tempo i ricorsi dei precari contro il decreto con il
quale si era stabilito che, per l’assegnazione dei posti in cattedra,
chi avesse fatto domanda in altre province oltre alla sua avrebbe
dovuto mettersi in fondo alla lista azzerando il punteggio, consentendo
così a tutti quei precari che volessero cambiare provincia
l’inserimento a pettine (mantenendo cioè lo stesso punteggio in diverse
sedi) e non più in coda. Sembra però che il ministero intenda impugnare
la decisione presso il Consiglio di Stato e che gli uffici scolastici
regionali siano in qualche difficoltà nel frattempo. Sempre in materia
di precari, non è ancora stata definita la ipotizzata intesa con l’Inps
e le Regioni per applicare il cosiddetto contratto di disponibilità ai
precari con incarichi annuali nelle scuole. Alle questioni aperte si
aggiungono le conseguenze del taglio (17% in 3 anni) degli organici del
personale amministrativo, tecnico e ausiliario delle scuole (il
regolamento che di fatto lo sancisce è appena stato pubblicato in G.U).
I sindacati sono in stato di allerta: il 26 agosto sono stati convocati
a viale Trastevere. All’ordine del giorno il confronto «sullo stato
delle operazioni preordinate all’avvio dell’anno scolastico 2009/10 e
sugli esiti del monitoraggio dell’organico di fatto del personale
scolastico».