Scuola, precari alla guerra
Una guerra senza fine, quella tra i
supplenti della scuola ed il ministero dell’Istruzione, pronta ad
infiammarsi a colpi di nuovi ricorsi in tribunale e manifestazioni. E
ad incendiarsi come l’autunno: dopo le prime battaglie per le
graduatorie dei supplenti, il ministro Mariastella Gelmini pensa ad un
emendamento in grado di far slittare al prossimo anno la “correzione”
delle nomine imposta dal Tar del Lazio. I precari, dal canto loro,
vanno dritti per la loro strada, pronti alla manifestazione a Roma ed a
nuovi ricorsi. La posta in gioco è alta e riguarda, da una parte, il
diritto alla continuità didattica in classe e, dall’altra, il diritto
dei docenti ad un adeguato posto in graduatoria, inseriti “a pettine” e
non “in coda” nelle liste provinciali di nuova iscrizione.
L’emendamento
cui viale Trastevere sta lavorando verrebbe inserito nel decreto legge
134, il “salva-precari”. L’obiettivo: evitare un vorticoso balletto di
docenti in cattedra a lezioni già avviate, con conseguente pioggia di
ricorsi, eventualmente posticipando l’intera manovra al prossimo anno.
«Siamo d’accordo con la nuova misura nel decreto sui precari – ha
dichiarato una senatrice della Lega Nord in commissione Istruzione del
Senato – per non mettere a rischio le 8 mila nomine in ruolo e le 60
mila annuali degli insegnanti». Ma l’Anief, il sindacato che per primo
ha sostenuto i ricorsi dei precari, promette battaglia, portando il 20
ottobre i supplenti sotto il ministero. Ma non solo: «Stavolta per
farci definitivamente dare ragione – assicura Marcello Pacifico,
presidente dell’Anief – arriveremo fino alla Corte costituzionale».