Se il contribuente ha ragione rimedio veloce nell’autotutela
Basta con il contenzioso inutile. Se il contribuente ha ragione, gli uffici devono annullare i propri atti in autotutela. Gli uffici devono valutare bene la fondatezza dei motivi di ricorso, evitando di resistere in giudizio o di coltivare la lite quando la stessa non sia sostenibile. È questa una delle indicazioni più importanti fornite dall’agenzia delle Entrate, che, con la circolare 12/E del 12 aprile 2012, detta le modalità operative per la gestione del contenzioso sugli atti della riscossione. Con la circolare, preventivamente condivisa da Equitalia, l’agenzia delle Entrate impartisce istruzioni agli uffici in merito alla gestione delle liti riguardanti atti della riscossione relativi ad entrate amministrate dall’agenzia delle Entrate. Per l’agenzia delle Entrate, nel caso in cui l’ufficio, per le questioni di propria competenza, riguardanti la propria attività, ritenga di non costituirsi in un giudizio in cui è parte anche l’agente della riscossione e di dovere procedere allo sgravio del ruolo, deve darne notizia all’agente della riscossione almeno 20 giorni prima della scadenza del termine per la costituzione, per le sue conseguenti valutazioni. Nello stesso modo, l’eventuale acquiescenza a sentenza sfavorevole all’ufficio per le questioni di propria competenza, deve essere comunicata all’agente della riscossione almeno due mesi prima della scadenza del termine lungo o 20 giorni prima della scadenza del termine breve in caso di notifica della sentenza. Per l’agenzia delle Entrate, la riduzione del contenzioso è un obiettivo prioritario che si persegue, prima di tutto, attraverso il miglioramento della qualità degli atti notificati. Il miglioramento degli esiti delle liti, che è una premessa logica per la riduzione dei relativi volumi, rappresenta l’obiettivo fondamentale dell’attività contenziosa. Ciò comporta, fra l’altro, che: va esercitata l’autotutela tutte le volte che ne ricorrono i presupposti, escludendo di resistere indebitamente in giudizio; va tentata la conciliazione giudiziale tutte le volte in cui appaia possibile e probabile. In proposito, è importante lo sviluppo della tax compliance, che consiste nel livello di adesione spontanea del contribuente agli obblighi fiscali, che l’Amministrazione finanziaria può ottenere usando opportunamente due leve: da un lato il servizio, l’assistenza e le informazioni da fornire al singolo cittadino, dall’altro il contrasto all’evasione fiscale. Per l’agenzia delle Entrate, sono tre i parametri per migliorare la gestione del contenzioso: 1) aumentare gli incassi da conciliazione giudiziale; 2) raggiungere gli obiettivi assegnati per gli indici di vittoria; 3) ridurre il numero dei ricorsi presentati alla Commissione tributaria provinciale. Al riguardo, si ricorda che in materia di contenzioso, l’Organo consultivo interno (Oci), attivo presso le direzioni provinciali, ha il compito di esaminare, per tipologie, i nuovi filoni di contenzioso e, sempre per tipologia, i motivi di accoglimento dei ricorsi, avvalendosi delle funzionalità informatiche per la rilevazione delle “questioni controverse” e dei motivi delle sentenze, delle schede di rating relative al ricorso in primo grado e alla sentenza, nonché dei consuntivi periodici effettuati dalla direzione regionale.