Senza scontrini 9 bar su 10, scatta il blitz
A novembre era toccato ai fiorai, e il bilancio era stato pesante,
questa volta a finire nel mirino della Guardia di Finanza nell’ambito
di una serie di controlli antievasione sono stati i ristoranti. Il
quadro finale dell’operazione condotta dalle fiamme gialle del comando
provinciale di Napoli diretto dal generale Giovanni Mainolfi resta
inquietante, perché delinea contorni di elevata illegalità. Su 36
locali controllati, infatti, soltanto otto sono risultati in regola:
per i restanti 28 i militari guidati dal colonnello Gabriele Failla
hanno verificato la mancata emissione delle ricevute fiscali ai
clienti. Le verifiche hanno interessato anche bar e pasticcerie: 50
complessivamente i controlli eseguiti a Napoli e conclusi con 47
sanzioni pecuniarie per mancata emissione del documento fiscale. Più
bassa invece la percentuale di evasori riscontrata nella stessa
categoria in provincia: il 50% (21 su 42) dei soggetti controllati ad
Afragola, Casoria, Arzano, Casavatore hanno commesso analoghe
violazioni. Il blitz di ieri rientra in una precisa strategia
pianificata dal comando provinciale di Napoli, che mira ad ottenere dai
controlli un quadro complessivo della situazione tra gli esercizi
commerciali ed i locali aperti al pubblico. Come abbiamo detto, già
durante i primi giorni di novembre – in occasione delle celabrazioni
dei defunti – i finanzieri avevano passato al setaccio la categoria dei
fiorai. Ebbene in quell’occasione i dati erano stati, se possibile,
ancora più sconfortanti: nella sola città di Napoli, su 40 esercizi
commerciali controllati, ben 39 erano risultati non in regola. I
fiorai, insomma, dopo aver incassato il denaro non rilasciavano alcuno
scontrino fiscale ai loro clienti. Decisamente migliore invece era il
quadro che riguardava i fiorai della provincia: in quel caso la
percentuale dei commercianti rispettosi della legge saliva, rispetto al
dato del capoluogo. Al di là dell’intento puramente repressivo – fanno
notare gli ufficiali delle fiamme gialle – dietro queste iniziative c’è
anche un invito alla cosiddetta «educazione fiscale». E dai primi dati
che emergono nel bilancio delle operazioni della Finanza emerge a tutto
tondo un fenomeno patologico che sembra investire soprattutto il
capoluogo partenopeo. È qui che si concentrerebbe la più alta evasione
fiscale. Tra i ristoranti verificati e sanzionati dai finanzieri ci
sono anche alcuni noti locali di Chiaia, Marechiaro e Posillipo. I
controlli proseguiranno nei prossimi giorni e si estenderanno anche ad
altre categorie commerciali. Rischiano grosso gli esercizi commerciali
che hanno già ricevuto la sanzione amministrativa: la legislazione
fiscale in materia prevede infatti che – una volta giunti alla quarta
sanzione pecuniaria nell’ambito di un quinquiennio – scatti la chiusura
amministrativa. Concludendo, dai dati che vengono fuori da questa prima
tornata di verifiche non c’è da stare allegri. Manca ancora, infatti, e
questo soprattutto a beneficio della collettività e dei tantissimi
commercianti onesti e rispettosi della legge, il riscontro
sull’auspicato «circuito virtuoso» che consentirebbe di avvicinarsi ad
un principio di equità fiscale.