Separazione: si presumono in comproprietà i beni mobili dei quali nessun coniuge può dimostrare la proprietà esclusiva
Quando nessuno dei coniugi può dimostrare la
proprietà esclusiva dei beni mobili risultano pro quota di entrambi i
partner. Lo ricorda la seconda sezione civile della Cassazione con la
sentenza 3479/10.
Il caso
E’ stato accolto il ricorso di un
marito contro la sentenza della Corte d’appello di Milano: sbaglia il
giudice del merito quando pur condannando la moglie a restituire al
partner circa quindicimila euro non tiene conto della normativa che
regola i rapporti patrimoniali intercorrenti tra le parti con la
conseguente applicazione dell’articolo 219 del codice civile in base al
quale i beni mobili (comprese le somme di denaro) risultano di
proprietà indivisa pro quota di entrambi i coniugi. Le considerazioni
espresse dal giudice d’appello – osservano gli “ermellini” – sul
concorrente contributo finanziario della moglie alla costituzione del
patrimonio familiare, sia pure in misura minore, avrebbe dovuto
condurre alla conclusione di ritenere, in assenza di specifiche prove
di segno diverso, la sussistenza di una situazione di comproprietà tra
le parti. Giusto quindi il richiamo all’articolo 219 che con
riferimento alla separazione di beni tra coniugi sancisce una
presunzione semplice di comproprietà per i beni mobili dei quali
nessuno dei partner può dimostrare la proprietà esclusiva.