Server olandese minaccia Internet “È il più grande attacco di sempre”
Il funzionamento di Internet sta subendo gravi problemi e rallentamenti su scala globale a causa di quello che gli esperti considerano il più grande cyber-attacco della storia. Lo riferisce il sito della BBC secondo cui sull’episodio hanno avviato indagini le unità anti-cybercrime di cinque diversi paesi.
All’origine ci sarebbero i contrasti insorti tra Spamhaus, un’organizzazione internazionale no-profit attiva nella lotta contro lo spam con sede a Londra e Ginevra, e Cyberbunker società olandese di hosting. I problemi sono nati nel momento in cui Spamhaus ha bloccato i server gestiti da Cyberbunker, disposta ad ospitare qualsiasi contenuto ad eccezione di pedopornografia e terrorismo come dichiara sul suo sito.
A questa decisione Sven Olaf Kamphuis, portavoce di Cyberbunker, ha replicato a brutto muso accusando Spamhaus di abusare della sua posizione non avendo titolo a stabilire in modo arbitrario “ciò che può stare o non può stare sul web”. Sin dal 19 marzo, secondo Spamahaus, Cyberbunker avrebbe fatto partire una serie di attacchi di tipo DdoS (Distributed Denial of Service) in combutta con bande criminali dell’Europa orientale e della Russia scaricando una massa di traffico impressionante pari a 300 gb/s (in genere il volume è in media di 50 gb/s) contro le strutture dell’organizzazione per tagliarle fuori.
L’aggressione ha colpito anche il sistema di Domain Name System (DNS) e la potenza è tale da compromettere anche le infrastrutture governative. “L’effetto a catena generato da questo attacco sta avendo ripercussioni su Internet a livello globale”, ha dichiarato il Prof. Alan Woodward, esperto di sicurezza informatica presso la University of Surrey che in passato aveva già denunciato la vulnerabilità del DNS. Spamhaus comunque si dice in grado di far fronte a questa emergenza e Linford suo chief executive ha annunciato la collaborazione di molte importanti società come Google che si sono messe a disposizione per aiutare ad “assorbire tutta questa massa di dati” cercando di scongiurare effetti più devastanti per la rete.
Fonte: www.lastampa.it