Servono riforme per la scuola italiana, siamo tra gli ultimi nell’area Ocse
Siamo in coda nella classifica dei Paesi Ocse: la scuola italiana
produce risultati “fra i più modesti” dell’area, “nonostante la spesa
per studente sia molto elevata”. E’ l’impietosa analisi del dossier
Ocse, che evidenzia come, fra i tanti problemi, vi sia quello delle
“forti differenze regionali”. “Il rapporto Ocse ci dà ragione”,
commenta il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che
aggiunge: “Avanti con le riforme”.
Nel rapporto sull’Italia,
l’Ocse riconosce al governo Berlusconi di aver messo in cantiere una
riforma volta a “razionalizzare le spese e migliorare il sistema di
valutazione e di reclutamento degli insegnanti”. Tuttavia l’organismo
di Parigi sottolinea la mancanza di un quadro complessivo e definitivo.
“Fare riforme organiche”
E, in proposito,
suggerisce all’esecutivo un approccio più organico: “Considerando la
natura di queste riforme – si legge nel rapporto – sarebbe preferibile
realizzarle con un pacchetto onnicomprensivo, piuttosto che in modo
parcellizzato”. L’Ocse parte dalla constatazione che “l’assenza di
chiare informazioni sulla valutazione degli studenti e dell’intero
sistema, dai docenti all’amministrazione centrale, è stata la causa
principale delle cattive performance”.
“Maggiore responsabilità a tutti i livelli”
E
suggerisce il principio della responsabilità che “va introdotta a
diversi livelli, in primi luogo per i presidi e i direttori scolastici,
ma anche per gli insegnanti, in modo tale che la scelta degli
insegnanti stessi, la formazione delle classi e i metodi educativi
abbiano un’adeguata informazione consentendo il giudizio sui risultati
formativi e sul sistema di incentivi”. Ma per realizzare questi
obiettivi, i presidi dovranno “ottenere un’adeguata autonomia dei
poteri di gestione, al contrario dell’attuale quasi completa assenza di
autonomia”.
Una sfida per l’Italia
Secondo
l’Ocse, “elevare la performance del sistema educativo è una delle
maggiori sfide” per l’Italia. La riuscita di una riforma complessiva
del sistema educativo è anche una chiave per ridurre le differenze
regionali: “Contenere il gap educativo fra Nord e Sud è una della vie
per ridurre le differenze economiche e sociali complessive. Di
conseguenza, andrebbero incoraggiate misure volte a recuperare le
scuole e gli studenti più deboli, specialmente quelli a rischio
abbandono”.
Gelmini: “Avanti con le riforme”
“Molte
delle osservazioni poste dai sindacati e dall’opposizione vengono
smentite clamorosamente da questa indagineLa scuola italiana non è
adeguata alle necessità del Paese e il confronto con le altre nazioni
europee è per molti aspetti impietoso”. Lo dice il ministro della
pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. Per il ministro l’Ocse
“auspica un’azione riformista e suggerisce provvedimenti urgenti che
noi abbiamo adottato fin dal nostro insediamento un anno fa”.
Secondo
la Gelmini quindi la ricerca presentata va nella direzione e sostiene
le scelte effettuate dal governo. Scelte che l’esecutivo dovrebbe
condividere anche con l’opposizione. “Ci sono tanti professori e
dirigenti che comprendono che la scuola non funziona – dichiara la
Gelmini -. Mi auguro che anche la sinistra voglia contribuire
proficuamente e fattivamente a questo progetto di riforma, che noi
comunque continueremo”.