Sette pendolari su dieci: treni troppo affollati
Il questionario di Altroconsumo: viaggiamo pressati come a Tokio. Dati opposti per Trenitalia: promossi dal 74% degli utenti
«Tutta colpa del nippon style». La passeggera di giornata al pendolare di carriera della Bergamo-Milano: «Scusi, potrebbe prendermi il fazzoletto dalla tasca dello zaino? Non ci arrivo». E lui, il veterano dei viaggi in treno in piedi, nei nove metri quadrati tra porta e porta, con una mossa alla Silvan obbedisce: «Questione di mestiere (o sopravvivenza), ormai ci mancano solo i “buttadentro” di Tokio. È più facile che arrivino loro, i capistazione in guanti bianchi che spingono la gente nei vagoni, che nuove carrozze». Tra loro, così come tra gli altri viaggiatori «senza classe» stipati in quaranta in uno spazio per 25, neppure il questionario di Altroconsumo è riuscito a farsi strada. Ma i loro compagni di treno della «seconda», quelli che sono riusciti a trovare un posto a sedere, il voto al loro viaggio verso Milano, Roma e Napoli lo hanno dato: tra l’1 e il 5 dicembre. E il giudizio più ricorrente è stato: «In treno come sardine in scatola». O per dirla in tutte le declinazioni: «In treno come polli in gabbia», «Come dentro un ascensore…». Risultato: «Settantasei passeggeri su 100 dei treni regionali si lamentano del grado di
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affollamento. Addirittura 96 su 100 della Novara-Milano e della Velletri-Roma; ma anche 16 su 100, e questi sono i più contenti, della Caserta-Napoli», spiega Lucia Canzi, curatrice dell’indagine di Altroconsumo, sottolineando come nella carta dei servizi di Trenitalia esiste un parametro standard per l’affollamento sui treni a lunga percorrenza ma non sui regionali. «In carrozza così pressati (spesso con le porte bloccate) che se dovesse scoppiare un incendio, la calca farebbe più morti delle fiamme», ne fa una questione di sicurezza quasi un pendolare su due (ben 81 su 100 della Sorrento-Napoli Circumvesuviana). «Ma anche in viaggio su treni senza personale che continuano a correre come “cavalli scossi” al palio di Siena», denuncia il 74% degli insoddisfatti per la mancanza di informazione in caso di disservizio. E ancora «treni sporchi» per il 70% dei pendolari, «perennemente in ritardo» per il 69, «sempre troppo caldi o troppo freddi» per il 52. Solo 39 pendolari su 100 sono insoddisfatti della cortesia del personale. Alla fine, tirando le somme, il verdetto di Altroconsumo è questo: «Oltre 7 pendolari su 10 sono scontenti, il 71% di chi viaggia verso Milano, Roma e Napoli». I più insoddisfatti in assoluto quelli del Nord. Per area quelli della Novara-Milano, della Tivoli-Roma e della Sorrento-Napoli. Oltre 7 pendolari su 10. Il dato si trova identico, ma ribaltato, anche nelle ricerche di mercato di Trenitalia: «Il 70,6% di pendolari in carrozza è soddisfatto, lo dicono le indagini di Customer Satisfaction 2003 condotte da autorevoli strutture esterne», afferma l’amministratore delegato di Trenitalia, Roberto Renon. «La qualità del viaggio nel suo complesso è stata promossa dal 74,1% dei passeggeri». Quasi due punti e mezzo in più rispetto al 2002. «Ci dispiace per i pendolari – continua Renon – ma tutti i mezzi sono in servizio, nelle aree attorno alle grandi città il treno è un po’ come la metropolitana, per numero di corse e passeggeri. Cosa devono dire allora i pendolari del Giappone?». Quello che per i gestori è un esempio, per i pendolari è un incubo. «È inaccettabile applicare ai treni regionali gli standard del trasporto urbano», sottolineano da Altroconsumo (su www.ultimotreno.com «vota la tua tratta»). «Tutta colpa del nippon-style , del suo aspetto peggiore: la nippon-puntualità e i nippon-servizi dove li lasciamo?», si chiedono i pendolari della Bergamo-Treviglio-Milano. Qualcuno di loro ha iniziato lo sciopero del biglietto. «Treni in più non ci stanno, e va bene. Ma non possiamo pagare per percorrere 56 chilometri in piedi o a piedi», attacca Giuseppe Citterio, una voce per tutte del Comitato pendolari. «E se succede un incidente?». Stessi problemi, stesse forme di protesta tra i passeggeri della Liguria che hanno proclamato per il 6 febbraio lo sciopero del biglietto. E anche sulla linea con il minor numero di insoddisfatti (28%), la Varese-Milano delle Ferrovie Nord, l’affollamento pare un problema: «Sui treni delle 7 già a Tradate si sta in piedi, a Saronno è un carnaio. L’unica cosa che funziona è il servizio sms che ti informa su ritardi e disservizi in tempo reale», apre il suo diario di viaggio Gianmaria Cassani, capopopolo dell’Associazione pendolari Varese-Milano. Stessa tratta di Marco Piuri, mica un passeggero qualunque, amministratore delegato di Fnm: «Ci sono problemi strutturali e di rinnovo flotta. Ma non si può agganciare a un locomotore un numero infinito di carrozze». E allora che fare? «Più che per i ritardi, se i treni non bastano o la toilette non funziona la colpa è del gestore. Ma cosa rischia?», chiede il presidente di Altroconsumo Paolo Martinello. «Servono parametri oggettivi, verifiche esterne, sanzioni e concorrenza. Non è possibile che ai pendolari non resti altra “arma” che l’occupazione dei binari». Alessandra Mangiarotti