Il guardasigilli Paola
Severino, nell’audizione in commissione Giustizia della Camera sulla
revisione della geografia giudiziaria (il taglio di 31 tribunali e l’abolizione delle sedi distaccate)
ha spiegato i criteri adottati: ”Il governo ha operato certo per
recuperare risorse. Si e’ lavorato per mesi. Ma si e’ cercato un punto
di equilibrio per assicurare una adeguata copertura dell’amministrazione
della giustizia sull’intero territorio. Ma dobbiamo dire che spesso una
sezione distaccata non garantiva adeguati livelli di professionalita’. E
sostenere che fossero presidi anticriminalita’ era sbagliato: giudici
precari non possono essere efficaci”.
Il ministro si difende dal giudizio di aver operato
delle scelte in base a considerazioni politiche: ”Mi sembra
inammissibile il rimprovero di aver compiaciuto alcune istanze
politiche. Le pressioni politiche non hanno rappresentato lo stimolo di
questo provvedimento”. Severino ricorda inoltre che il parere delle
commissioni parlamentari sui decreti legislativi non e’ vincolante per
il governo.
Il guardasigilli Paola Severino, nell’audizione in
commissione Giustizia della Camera sulla revisione della geografia
giudiziaria (il taglio di 31 tribunali e l’abolizione delle sedi
distaccate) ha risposto anche ai deputati che avevano sollevato i casi
dei tribunali di Chiavari, Bassano del Grappa e Tolmezzo, dove le sedi
sono state costruite di recente o non ancora inagurate. Non si tratta –
hanno chiesto i deputati – di uno spreco di denaro pubblico?
”Mi chiedo perche’ il denaro e’ stato speso in
quel modo per la costruzione di nuovi tribunali. Non voglio essere
polemica. Ma sono andata a vedere quei tribunali e mi sono chiesta
perche’ sono stati costruiti con quel dispendio di risorse, dal momento
che i numeri dicevano che erano sufficienti i tribunali gia’
esistenti”, ha precisato il ministro. Severino ha ricordato che nei
criteri di scelta sui tagli ha prevalso anche la considerazione delle
aree metropolitane (Roma, Milano, Palermo, Napoli e Torino), del
salvaguardare tutti i tribunali provinciali e di considerare che quelli
esistenti devono operare su una platea di almeno 200 mila abitanti.
Il guardasigilli Paola
Severino, nell’audizione in commissione Giustizia della Camera sulla
revisione della geografia giudiziaria (il taglio di 31 tribunali e l’abolizione delle sedi distaccate)
ha spiegato i criteri adottati: ”Il governo ha operato certo per
recuperare risorse. Si e’ lavorato per mesi. Ma si e’ cercato un punto
di equilibrio per assicurare una adeguata copertura dell’amministrazione
della giustizia sull’intero territorio. Ma dobbiamo dire che spesso una
sezione distaccata non garantiva adeguati livelli di professionalita’. E
sostenere che fossero presidi anticriminalita’ era sbagliato: giudici
precari non possono essere efficaci”.
Il ministro si difende dal giudizio di aver operato
delle scelte in base a considerazioni politiche: ”Mi sembra
inammissibile il rimprovero di aver compiaciuto alcune istanze
politiche. Le pressioni politiche non hanno rappresentato lo stimolo di
questo provvedimento”. Severino ricorda inoltre che il parere delle
commissioni parlamentari sui decreti legislativi non e’ vincolante per
il governo.
Il guardasigilli Paola Severino, nell’audizione in
commissione Giustizia della Camera sulla revisione della geografia
giudiziaria (il taglio di 31 tribunali e l’abolizione delle sedi
distaccate) ha risposto anche ai deputati che avevano sollevato i casi
dei tribunali di Chiavari, Bassano del Grappa e Tolmezzo, dove le sedi
sono state costruite di recente o non ancora inagurate. Non si tratta –
hanno chiesto i deputati – di uno spreco di denaro pubblico?
”Mi chiedo perche’ il denaro e’ stato speso in
quel modo per la costruzione di nuovi tribunali. Non voglio essere
polemica. Ma sono andata a vedere quei tribunali e mi sono chiesta
perche’ sono stati costruiti con quel dispendio di risorse, dal momento
che i numeri dicevano che erano sufficienti i tribunali gia’
esistenti”, ha precisato il ministro. Severino ha ricordato che nei
criteri di scelta sui tagli ha prevalso anche la considerazione delle
aree metropolitane (Roma, Milano, Palermo, Napoli e Torino), del
salvaguardare tutti i tribunali provinciali e di considerare che quelli
esistenti devono operare su una platea di almeno 200 mila abitanti.