Sfratti e usura a Napoli
E’ vera crisi economica nella nostra regione e i
dati per la città partenopea sono sempre più preoccupanti. Nonostante
siano da tempo ridotte al minimo indispensabile le spese, centinaia di
famiglie napoletane rischiano di perdere la casa. Secondo il Sicet,
sindacato inquilini della Cisl, le richieste di esecuzione di sfratto
nello scorso anno hanno raggiunto quota 140mila e data
l’insostenibilità dei canoni, delle spese per l’abitazione e
dell’aggravarsi della situazione economica ed occupazionale, senza
misure di sostegno al reddito delle famiglie in affitto le previsioni
per il prossimo triennio 2009/2011 sono sconcertanti: si prevede che
altre 150mila famiglie perderanno la propria abitazione, subendo uno
sfratto per morosità perché incapaci di far fronte al pagamento
dell’affitto.
Nel 2008 in Italia sono stati 25mila gli sfratti eseguiti con un
aumento del 12% rispetto all’anno precedente di cui il 90% avvenuto per
morosità. Nella sola città di Napoli sono stati 1800 gli sfratti posti
in esecuzione. La città partenopea è risultata in testa alla classifica
degli sfratti nei grandi comuni capoluogo ed ha registrato, solo nel
primo semestre del 2008, 1.140 esecuzioni a fronte di 1.449 sentenze
emesse e di una richiesta ben più elevata, pari a 3.315 sfratti. “I
dati annunciati erano da aspettarsi – commenta Danila Navarra,
responsabile sportello regionale Codici Campania – sono mesi che i
cittadini partenopei gridano di non riuscire ad arrivare neanche alla
terza settimana del mese, nonostante abbiano messo in campo tutti i
tagli possibili per cercare di arginare le spese. Inoltre, aumentano i
nuclei familiari che ricorrono all’usura per arginare spese mediche
impreviste o per sanare attività commerciali in continuo rischio
chiusura”.
Ecco le risposte di alcuni cittadini interrogati dai collaboratori
dell’associazione Codici Campania in strada a Napoli. “Abbiamo
eliminato da tempo quello che si potrebbe
definire superfluo come una visione di un film al cinema o un uscita
per andare in pizzeria, adesso siamo passati a ridurre le spese per il
vestiario, le attività sportive per i figli. – dice una signora – Ma
nonostante gli sforzi fatti non si riesce comunque ad arrivare a fine
mese, anche perché dove proviamo a risparmiare subito arriva un nuovo
aumento da sommare per spese di viaggio, assicurazioni, bollette,
tasse. Certe volte io e mio marito ci sentiamo stretti in una morsa ma
almeno a differenza di altri lavoriamo in due!”.
Il signore L.N. aggiunge: “facciamo come in molti, evitiamo di uscire
perché tutto è aumentato, benzina, parcheggi, autostrade, anche andare
a mangiare un gelato vicino al mare è diventato un lusso!”.
L’imprenditore G.D. invece sottolinea: “ormai sono rimasto da solo ad
occuparmi del negozio ed ho licenziato l’impiegato che mi dava una mano
per ridurre le spese al minimo, ma l’affitto continua ad aumentare e
occorrono ancora 10 anni prima di arrivare alla pensione, sempre se
riuscirò ad averla. I giorni ed i mesi
ormai sono diventati tutti uguali e il periodo di chiusura estiva lo
utilizzo per sanare le situazioni che lascio in sospeso durante
l’anno”.
“La precarietà economica in cui versano le famiglie napoletane è
drammatica. – dice Giuseppe Ambrosio, segretario regionale di Codici
Campania – Famiglie che non sanno come arrivare a fine mese, e che
spesso sono costrette a contrarre prestiti per onorare precedenti
debiti. Se continuerà ad essere questo il trend, temere che per
migliaia di famiglie non resti altro che rivolgersi al credito illegale
non è un’illazione infondata”.