Si addormenta tra i banchi, appunto sul diario. Ma è autistico
Una nota perché si addormenta a scuola. Ma si dimenticano che il bambino soffre di autismo. E’ successo a Napoli, all’istituto Sacrocuore. Il suo progetto educativo, per forza di cose, è diverso da quello dei compagni. L’alunno disabile va invogliato continuamente: «Frustrazioni possono determinare gravi problemi anche in ambienti extrascolastici», sottolineano gli operatori socio-sanitari che ne hanno tracciato il profilo. Il problema è sorto nel momento in cui Enrico si è visto costretto a seguire lo stesso programma degli altri bambini. L’alunno ha bisogno che un insegnante gli stia accanto per tutte le ore di lezione. E invece, come spiega la madre, “fino al 22 dicembre 2010 l’aiuto era garantito da una volontaria dell’Avog. Da quando si è concluso il progetto, la scuola ripete che non può provvedere perché non ha abbastanza fondi. Così la nota sul diario si rivela essere soltanto l’ultima tappa della nostra via crucis”. Già in passato, nella stessa scuola, la famiglia del disabile aveva avuto problemi per l’iscrizione che non era stata accetta in quanto “ la scuola non ha insegnanti di sostegno. E non ha intenzione di assumerne». Il papà aveva segnalato nella denuncia: «La scuola avrebbe accettato mio figlio solo nel caso in cui io sarei stato disposto a pagare di mia tasca la somma di 1500 euro per lo stipendio dell’insegnante». Sulla vicenda interviene l’avvocato Angelo Pisani, Presidente di NoiConsumatori.it, che si dice “indignato per quanto accaduto. Per legge gli istituti paritari devono fare in modo di garantire le lezioni e l’assistenza ai bambini disabili nel loro escursus scolastico. Al dodicenne è stato di fatto negato il diritto allo studio ed è stato anche discriminato. Che le istituzioni provvedano ad ispezionare tutti gli istituti paritari della città e della Regione che hanno il dovere di garantire ed assicurare gli stessi standard delle scuole statali per ottenere contributi. Non si possono far sborsare soldi ai genitori per ottenere insegnanti che spettano loro di diritto”.