Sì del Senato alla Finanziaria No ai fondi per i giovani ricercatori
Via libera del Senato alla Finanziaria. Il
testo passerà ora all’esame della Camera. I voti favorevoli sono stati
149, i contrari 122, gli astenuti 3.
Successivamente il Senato ha dato via libera al disegno di legge sul
Bilancio con 148 voti favorevoli, 112 contrari, nessun astenuto, e ha
approvato la nota di variazione con 147 sì e 111 no.
La Banca del Sud e le norme sui tartufi restano fuori dalla Finanziaria
varata oggi da Palazzo Madama. Le due misure sono state giudicate
inammissibili dal presidente del Senato Renato Schifani. Al contrario,
restano gli interventi che riguardano la possibilità di vendere gli
immobili confiscati alla mafia. «Il regolamento, mi impone, a
malincuore, di dichiarare inammissibile l’emendamento sulla Banca del
Sud», ha detto Schifani.
No anche allo sblocco dei fondi in favore dei giovani ricercatori universitari
chiesto in un emendamento bipartisan. L’emendamento era stato
inizialmente presentato con la prima firma del presidente della
commissione Cultura del Senato Guido Possa. Ieri di fronte alla
richiesta di ritiro da parte di governo e relatore per questione di
copertura, Possa l’ha ritirato, ma nel frattempo è stato fatto proprio
da tutto il gruppo del Pd e accantonato. Oggi è stato messo in voto e
bocciato. Il Senato ha trasformato l’emendamento per sbloccare i fondi
riservati all’assunzione dei ricercatori in un ordine del giorno. Fonti
della maggioranza spiegano che la norma potrebbe rientrare nel ddl
Gelmini sull’Università.
No dell’Aula invece al “mini-taglio” dell’Irap per le imprese sotto
i cinquanta dipendenti e alla cedolare secca sugli affitti così come
alle deduzioni Irpef in favore delle famiglie. I tre emendamenti che
facevano parte del “pacchetto Baldassarri” e che avevano in parere
contrario di governo e maggioranza non sono passati grazie agli
astenuti. La prima proposta di modifica è stata bocciata infatti con
128 sì, 120 no e 26 astenuti; la seconda con il pareggio tra i sì e i
no: 126 a 126 e 22 astenuti e l’ultimo con 128 sì, 117 no e 29
astenuti. Il governo si è quindi “salvato” grazie al voto degli
astenuti che al Senato vale come se fosse un no.
«La riduzione della pressione fiscale è un obiettivo assolutamente
condiviso dal governo e spero che qualcosa si possa già fare dal
prossimo anno e comunque entro la legislatura» ma oggi gli interventi
proposti dal pacchetto di emendamenti a prima firma del presidente
della commissione Finanze di Palazzo Madama Mario Baldassarri non
possono trovare ascolto: così il viceministro all’Economia Giuseppe
Vegas nel corso del suo intervento ha spiega le ragioni per cui il
governo sceglie di non sostenere le proposte presentate da alcuni
senatori del Pdl che puntano a introdurre tagli alle tasse, tra cui
l’Irap e gli affitti.
Il presidente della commissione Finanze, autore di una “manovra
aggiuntiva” del peso di circa 40 miliardi, di fronte al parere
contrario di governo e relatore alle sue proposte di modifica ha
accettato di trasformare cinque proposte di modifica in ordini del
giorno ma ha mantenuto gli emendamenti sul “mini-taglio” dell’Irap per
le imprese sotto i cinquanta dipendenti, quello sul quoziente
familiare, riformulandolo e proponendo una deduzione di mille euro per
ogni componente del nucleo familiare, e quello sulla cedolare secca
sugli affitti.
Finocchiaro: italiani presi in giro. La finanziaria? «È il
nulla. Gli italiani sono stati presi in giro sulla sicurezza, le tasse,
la mafia» così Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd nella
sua dichiarazione di voto in aula sulla manovra economica. «Avevano
promesso più sicurezza per tutti i cittadini. Ma la promessa era falsa
– ha proseguito – perchè con questa Finanziaria si completa l’opera
cominciata nel 2008, da allora sono stati tagliati 900 milioni di euro
solo sul comparto ministero dell’Interno e nel 2011 ne saranno tagliati
altri 500. C’è poi l’illusionismo dello stanziamento di 100 milioni di
euro per la sicurezza-difesa, che sono stati prelevati da un fondo che
era già destinato a tale scopo. Se anche fossero soldi veri sarebbe
comunque talmente ampio il divario tra i tagli e le risorse messe a
disposizione che viene di dire: smettano le penne del pavone di fronte
ai risultati eccellenti nella lotta per la legalità e contro le mafie.
Perchè infatti quei risultati, forse, sono dovuti proprio all’impegno
delle Forze dell’Ordine alle quali non vengono pagati gli straordinari
a quello dei magistrati che vengono quotidianamente insultati dal
premier». Quanto al «famoso taglio delle tasse, non ce ne è traccia –
ha detto la Finocchiaro – non parlo solo del taglio dell’Irap che era
stato promesso, e qui sono stati respinti tutti gli emendamenti, ma
anche di questa vicenda dell’Irpef: devono dire agli italiani che non
pagheranno adesso una frazione dell’acconto, ma che tutti i soldi
saranno dovuti in saldo. E poi, ancora: niente per famiglie, niente per
le imprese, niente per le Forze Armate, anzi vengono privatizzati anche
gli armamenti e gli immobili con l’aggiunta di una beffa: i beni
confiscati alla mafia non potranno più essere usati dalle associazioni
come Libera che svolgono un ruolo sociale, ma saranno venduti per dare
soldi alla difesa e alla sicurezza». «Una guerra tra poveri – ha
concluso – di cui non sentivamo proprio l’esigenza, e un attacco alla
legalità».