Sicurezza, gli italiani hanno paura. “Abitudini basate sui rischi”
Paura di uscire da soli, soprattutto quando è buio, senso di aumento della criminalità, anche se c’è fiducia nei controlli delle forze dell’ordine. E’ il quadro che emerge da un’indagine sulla sicurezza dei cittadini curata dall’Istat, secondo la quale, in sintesi, “la paura individuale è un fenomeno che coinvolge un’elevata percentuale di cittadini”. L’indagine, spiegano i ricercatori, si propone l’obiettivo di “conoscere il fenomeno della criminalità attraverso il punto di vista della vittima”. Non si tratta di dati sui reati, pertanto, quanto sulla “percezione soggettiva della sicurezza” degli italiani.
Negli ultimi dieci anni c’è stata “una netta diminuzione” di alcuni reati: furti in abitazione principale (dal 2,1% del 1997-1998 all’1,1% del 2008- 2009), furti di automobili (dal 3,6% all’1,7%), di oggetti dai veicoli (dal 4% al 2,1%), ma la criminalità pesa maggiormente sulle abitudini dei cittadini (dal 46,3% al 48,5%). E la percezione di insicurezza è rimasta stabile: in definitiva, se è vero che i reati sono calati, gli italiani non se ne sono accorti.
Il 28,9% degli italiani prova un senso di forte insicurezza quando esce da solo ed è buio mentre l’11,6% non esce mai di casa di sera, né da solo né in compagnia. L’insicurezza è più diffusa tra le donne (37%), soprattutto tra quelle tra i 14 e i 24 anni (47%), ma nel complesso è quasi la metà della popolazione(48,5%) che ammette di essere “molto” (15,8%) o “abbastanza” (32,7%) influenzata nei suoi comportamenti dal timore della criminalità. Il 25,2% degli intervistati afferma di non uscire da solo quando fa sera per paura, e il 19,6% crede che la criminalità nella zona in cui abita sia in aumento: il 61,6% giudica che il controllo delle strade del suo quartiere da parte delle forze dell’ordine sia “molto” o “abbastanza” riuscito contro il 38,4% che pensa che lo sia “poco” o per “niente”.
In cima alle paure delle donne italiane c’è quella di essere vittima di una violenza sessuale: ”molto preoccupate” il 24,1%, con un 18,6% che si dice, invece, ”abbastanza” preoccupato. Segue la paura di subire un furto nella propria abitazione (22,8% per il molto e 36,5% per l’abbastanza), un’aggressione o una rapina. Le percentuali relative a questo reato sono più elevate per le donne pugliesi, le campane e le donne che vivono nel Lazio.
D’altra parte la percezione della scarsa sicurezza si basa anche su dati oggettivi. Il 5,7% delle persone di più di 14 anni è stata vittima di reati contro la proprietà (scippi, borseggi e furti di oggetti personali di altro tipo) o reati violenti (minacce, aggressioni, rapine) nei 12 mesi precedenti. Il dato non si basa sulle denunce presentate alle forze dell’ordine, ma sull’indagine compiuta su un campione di 60 mila persone, che consente di stimare anche il ‘sommerso’, anche cioè i reati che non vengono denunciati. Sono invece il 16,2% le famiglie vittime di reati relativi ai veicoli (furti, tentati furti, atti vandalici ecc.) o reati riguardanti l’abitazione.
Al Sud si subiscono, sottolinea l’Istituto di statistica, più le rapine (0,8%), gli scippi (0,7%), le minacce (1,2%), i furti dei veicoli (4% furti di moto o motorino, 2,5% furti di auto e camion). Al Centro e al Nord si subiscono furti di oggetti personali senza contatto (2,7% al Nord-Ovest), borseggi (2,1% al Centro) e furti nella prima casa (1,5% al Centro e 1,3% al Nord), nonché furti di biciclette (5,1% al Nord-est). Campania, Lazio e Puglia sono in vetta alla graduatoria per tutti i tipi di reato e anche per il timore di subirli.
Migliora il giudizio degli italiani sulle forze dell’ordine: infatti passa al 38,4% la quota di intervistati che si dichiara ”poco o per niente soddisfatto” del loro lavoro rispetto al 42,2% del 1997-1998. Per quanto riguarda, invece, l’uso delle strategie di difesa meccaniche ed elettroniche, l’utilizzo per la propria abitazione della porta blindata dal 36,6% del 1997-1998 sale al 40,8% del 2002 e al 46,7% del 2008-2009. Altri mezzi utilizzzati per prevenire sgradite intrusioni nella propria casa sono il bloccaggio alle finestre, dispositivi di allarme, mentre diminuisce il possesso di cani da guardia e l’utilizzo del servizio di portierato condominiale o del custode.
I ricercatori Istat indagano anche sulle ragioni delle mancate denunce: la principale è che “il fatto non è abbastanza grave”. Ma emerge anche che “le persone decidono di denunciare i reati subiti quando sanno che possono trarne in qualche modo vantaggio: infatti vengono denunciate le rapine, le minacce, le aggressioni per motivazioni legate all’autore del fatto, allo scopo di rintracciarlo o di impedirgli di ripetere il reato”.