Smog, veleni record nella domenica verde

FABIO JOUAKIM Ciò che colpisce nel bilancio della domenica a piedi, decisa al di là del calendario delle domeniche ecologiche e che doveva prevenire l’inquinamento, è tutto in alcuni numeri. Sono quelli dei rilevamenti dello smog in città, effettuati dalle centraline sparse sul territorio napoletano. Tutte e tre le stazioni di rilevamento attive che misurano il «particolato», ovvero le polveri sottili (non disponibili i dati della centralina di via Luca Giordano, al Vomero), domenica hanno fatto segnare il superamento dei limiti di legge (50 microgrammi di pm10 per metro cubo d’aria): 51 all’Osservatorio astronomico, 60 a corso Novara, 53 all’Itis di via Argine. Undicesimo superamento del 2006, la soglia di legge dei trentacinque «sforamenti» annui rischia di essere sorpassata già a stretto giro di posta. Proprio nel giorno in cui va in scena un provvedimento eccezionale antismog, lo smog sale come non mai dall’inizio del 2006: come si spiega questa situazione in apparenza paradossale, mentre arriva un campanello d’allarme anche dal fronte ozono? Laconico, sull’argomento, l’assessore all’Ambiente Casimiro Monti. Perché proprio i rilevamenti della centralina dell’ospedale San Giovanni Bosco, che l’altro ieri aveva rilevato un indice di ozono alle stelle, ieri non erano disponibili? «Probabilmente l’Arpac ha rinvenuto delle anomalie nel funzionamento della centralina». E cosa pensa del fatto che lo smog sia schizzato in alto proprio durante la domenica a piedi? «L’andamento orario dell’inquinamento ha confermato che nella fascia temporale di vigenza del divieto, i valori delle polveri sono stati contenuti su dati più bassi, in una giornata in cui le condizioni atmosferiche, sin dalla notte precedente, sono state fortemente favorevoli all’accumulo degli inquinanti». In pratica, l’andamento dei valori inquinanti sarebbe precipitato durante le ore di blocco. Secondo l’interpretazione dei dati su base oraria, effettuata dal Comune, l’andamento dei valori ha fatto registrare di notte il picco più alto (e quindi ha fatto alzare la media generale), addebitato alle auto in strada per la «movida» del sabato sera, poi il tasso è via via sceso, riprendendo leggermente nel tardo pomeriggio in un paio di centraline ma restando bassissimo durante l’orario (9.30-15) di applicazione del divieto di circolazione. Curiosa spiegazione, quella della «movida», visto che le centraline che rilevano il pm10 si trovano in via Argine, corso Novara e salita Moiariello, zone non certo famose per la movida notturna. «Le domeniche ecologiche a Napoli non sono una boccata d’ossigeno ma di rabbia – dice Francesco Maione, deputato di Forza Italia – A nulla valgono questi dispositivi, se non sono accompagnati da una svolta strutturale nella mobilità urbana». Archiviata tra le proteste degli esercenti di ristoranti, bar e pasticcerie per lo stop troppo lungo, e di alcuni cittadini che non hanno constatato l’annunciato rafforzamento dei mezzi pubblici, la domenica a piedi tornerà il 12 febbraio. Intanto, dopodomani scatteranno le targhe alterne: un esame più severo, poiché si tratta di un giorno non festivo e con flussi di traffico maggiori (via libera anche ai mezzi a due ruote). Sarà il primo di alcuni stop progressivi, che saranno varati a seconda del numero di sforamenti del limite di pm10 e delle previsioni meteo: in vista, se la situazione non migliorasse, un «raddoppio» (da uno a due giorni la settimana) delle targhe alterne e lo stop ai motorini.