Sospese le agevolazioni per gli abbonamenti postali a libri, quotidiani e periodici
Da oggi, sono sospese tutte le agevolazioni per gli abbonamenti
postali a libri, quotidiani e periodici. Lo prevede un decreto dello
Sviluppo economico pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale che
individua nel 31 marzo 2010 l’ultimo giorno di applicazione degli
“sconti” tariffari previsti per la spedizione dei prodotti editoriali.
Una decisione nell’aria, dettata dall’impossibilità di sostenere
ulteriormente gli oneri, a carico dell’Erario, per i rimborsi a Poste
Italiane.
Nel 2009, si legge nelle premesse del provvedimento, è risultato,
infatti, uno scostamento al rialzo del volume totale delle agevolazioni
tariffarie effettivamente praticate superiore al 10% e quest’anno,
sottolineano da Via XX Settembre, le risorse disponibili per le
compensazioni – pari a 50 milioni di euro – non sono sufficienti a
coprire gli esborsi previsti. Si pensi, che nei primi 3 mesi dell’anno,
i “crediti” maturati da Poste per l’applicazione delle tariffe
agevolate a favore dell’editoria e del terzo settore, ammontano già a
circa 50 milioni di euro. Praticamente, quasi quanto l’intero
stanziamento accantonato per tutto il 2010.
Lo Stato quindi stringe la cinghia, anche se il decreto del
ministro Claudio Scajola lascia aperta la possibilità di «poter
determinare tariffe agevolate per i residui periodi dell’anno 2010».
Un’eventualità, tuttavia, subordinata al «sopravvenuto accertamento di
risorse finanziarie nell’ambito del bilancio della Presidenza del
Consiglio dei Ministri», che, allo stato dell’arte, lascia spazio
davvero a poche speranze.
Critica il provvedimento, la Fieg,
la federazione italiana editori di giornali, secondo cui la
«sospensione delle tariffe agevolate avrebbe l’insostenibile effetto di
far gravare sugli editori tale onere». Peraltro, con effetto
retroattivo: e, cioè, imponendo la tariffa piena non rivista anche agli
abbonamenti in corso retti da condizioni non più negoziabili, con un
aggravio di costi – dicono – «pesantissimo» per i già difficili bilanci
delle imprese che si avvalgono del servizio postale. Chiede un
«immediato dietrofront» anche l‘Aie,
l’Associazione nazionale degli editori, che spinge per l’avvio di un
tavolo di confronto con l’Esecutivo «per l’individuazione di soluzioni
sostenibili per tutti i settori interessati».
La sospensione delle tariffe agevolate non piace nemmeno all’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Avremmo preferito, sottolinea l’Antitrust, l’eliminazione del sistema
delle agevolazioni tariffarie che – ribadiscono – «privilegia
ingiustificatamente Poste Italiane», facendo in modo, piuttosto, che il
«pur necessario sostegno» agli operatori dei settori interessati
avvenga attraverso forme di credito d’imposta calcolato sulla base
delle spese postali sostenute. Una soluzione che potrebbe essere presa
in considerazione quando si deciderà di metter mano al sistema di
tariffe e contributi. La strada è stata aperta dal decreto
milleproroghe di febbraio scorso, che, come si sa, all’articolo 10
sexies, ha fatto slittare il blocco di alcune tariffe al 31 dicembre
2010, con l’esclusione, tra l’altro, delle tariffe postali agevolate.
Resta ora da vedere la piega che si deciderà di prendere.