Pur non integrando il reato di doping, è illegittima la condotta del sanitario che prescrive medicinali ad atleti sani, solo per favorirne un recupero fisico o per consentirne un miglioramento delle performances sportive.
E’ quanto statuito dalla Sezione III Civile della Corte di Cassazione con la sentenza 23 agosto 2011, n. 17496.
Il caso esaminato dai Giudici del Palazzaccio, riguardava un medico sportivo che, sottoposto alla sanzione disciplinare di sospensione dall’esercizio della professione per quattro mesi per aver prescritto farmaci a un calciatore, non affetto da alcuna patologia, aveva visto rigettata dalla Commissione centrale dell’ordine dei medici l’ impugnazione avverso tale il provvedimento, per cui aveva proposto ricorso per Cassazione.
In particolare, il ricorrente aveva respinto l’addebito principale, relativo alla somministrazione di sostanze dopanti al paziente, in quanto non vi era la prova della destinazione dei farmaci all’alterazione della prestazione agonistica, e cioè che vi fossero finalità diverse da quelle terapeutiche, in quanto la terapia farmacologica non era stata prescritta per tutelare la salute dell’atleta, bensì era finalizzata a consentirne la conquista di un posto in squadra.
Contrariamente a quanto assunto dall’impugnante, la Suprema Corte ha ritenuto corrette ed esaustive le ragioni addotte dalla Commissione dell’ordine dei medici, secondo cui, il mancato collegamento della condotta del medico con un evento agonistico ha fatto venir meno solo per l’addebito relativo al doping, persistendo la responsabilità del sanitario per aver prescritto una terapia medica al paziente solo per permettere a quest’ultimo di ottenere un posto in squadra, e ciò ha comportato l’addebito di violazione dell’art. 12 del Codice deontologico.
Pertanto, il comportamento di parte ricorrente indica palesemente la totale estraneità dell’atto medico alla salvaguardia della salute del paziente, per cui la Corte di Cassazione ritenendo tale condotta meritevole di un intervento disciplinare, ha rigettato integralmente il ricorso proposto.
decisione corretta Mi sembra una decisione corretta. Il medico in questione ha perso di vista quello che il fine del suo operato: curare il malato, non crearne di nuovi