Spesa media famiglie aumentata di 350 euro
La corsa (al rialzo) delle tariffe non si ferma. Tanto che la Confesercenti lancia l’allarme: la spesa media per le famiglie è aumentata di 350 euro in cinque anni. Infatti secondo lo studio, nel 2007, un nucleo medio spendeva in un anno circa 1.486 euro per i cinque servizi pubblici locali più rilevanti (tarsu, acqua, trasporti, energia e gas), nel 2012 arriva a spenderne 1.840.
NEL DETTAGLIO– L’aumento è così ripartito: 33 euro in più per i rifiuti, 54 euro per l’acqua potabile, 35 euro per i trasporti locali, 66 euro per l’energia elettrica e 165 euro per il gas per domestico. Gli aumenti disposti per il mese di ottobre su energia elettrica e gas comporteranno un ulteriore esborso annuo per le famiglie di circa 15 euro.
LE AREE– Ma la spesa è proporzionale da dove si vive. Per quanto riguarda l’acqua, prendendo i casi estremi una famiglia di 3 componenti con analogo consumo di 160 mc/anno potrebbe spendere circa 75 euro o 486 euro a seconda di dove si trova. Le città più economiche per queste tre aree di riferimento sono Milano, Catania e Roma, quelle più costose Ferrara, Enna e Pisa. Anche per la spesa sui rifiuti solidi urbani (di una famiglia di tre componenti in 108 mq) il Nord si colloca al disotto del Centro e del Sud e Isole. A seconda di dove si risiede a parità di altre condizioni si possono spendere 120 euro oppure 535 euro. Le città più economiche sono Brescia, Matera e Viterbo, quelle più care Asti, Napoli e Carrara. La spesa media per la fornitura di gas naturale di una famiglia tipo in Italia (rilevata su 18 comuni capoluogo) ammonta a 1.077 euro. Anche qui si osservano condizioni particolarmente sfavorevoli per Roma, Viterbo (dove l’esborso è di 1.180 euro),Catanzaro e Reggio Calabria, a fronte di forniture più economiche per Potenza (993 euro), Milano (poco superiore 1.000 euro), l’Aquila o Venezia.
LA PROPOSTA– «Le tariffe corrono e le famiglie italiane arrancano» commenta in una nota Confesercenti. «L’aumento colpisce duramente i redditi, già in affanno, e penalizza ancora di più i deboli consumi degli italiani. Sottrarre in tempi di crisi 8,4 miliardi alle famiglie, senza quindi ridurre la pressione fiscale, comporta la chiusura di tante imprese e la crescita della disoccupazione». Per invertire la tendenza, propone Confesercenti, «occorre fermare questa spirale: serve un piano energia di forte impatto, visto che è proprio questo capitolo quello che pesa di più problemi sull’economia. Ma regioni ed enti locali devono mettere ordine nell’intollerabile giungla di società municipalizzate e soprattutto mettere un argine ad ogni spreco e clientelismo di cui sono piene le cronache di questi tempi».