Staff di sindaco e giunta, assunti a tempo 65 addetti per un costo di 2 milioni di euro
Un piccolo esercito composto da 65 staffisti, 25 dei quali col part time. I loro stipendi vanno dai 21.197,78 euro ai 91.296,98 euro per un costo totale di due milioni annui. Sono complessivamente gli uomini di fiducia di sindaco (17 persone) e dei 12 assessori (58). Figure professionali che, di fatto, contribuiscono a mandare avanti gran parte del lavoro degli assessorati, nei quali però lavorano anche dipendenti comunali. Come accade in gran parte dei Comuni d’Italia, certo. Ma è il numero che impressiona un po’ e che suscita non pochi mugugni tra i dipendenti di palazzo San Giacomo che sono quasi 12mila. Tanto più se il numero degli staffisti viene paragonato ad altri numeri. Per esempio, a quello dei consiglieri di amministrazione delle società partecipate che, proprio per ridurre le spese, giustamente de Magistris sta tagliando. E, tagliando tagliando i cda delle 16 Partecipate, si è arrivati a 42 manager (23 persone in meno degli staffisti) tra presidenti, amministratori unici, amministratori delegati e semplici consiglieri, per una spesa totale di 1.359.311,51 euro come si evince dal sito del Comune (www.comune.napoli.it); numero ed emolumenti che, pare, debbano scendere ancora.
Per gli staffisti si spendono invece 2 milioni di euro l’anno. Cifre che son venute fuori quando l’agenzia di stampa Il Velino ha sollevato il caso di due nuovi staffisti che hanno integrato la squadra del sindaco (decreto numero 543 del 16 novembre), portandola così da 15 a 17 componenti. Si tratta di due donne, con contratto fino a fine anno, una delle quali sarebbe destinata a fare da raccordo tra Comune di Napoli e Fondazione Forum delle Culture. Da Palazzo San Giacomo spiegano come però, rispetto all’era-Iervolino (durata dieci anni, con un turn over di staffisti ovviamente superiore, anche se in capo alla prima cittadina c’erano 10 collaboratori esterni), la spesa per gli staffisti sia invece diminuita di oltre 500 mila euro. Vero. Come è vero pure, però, che gli assessori sono quattro in meno rispetto alla giunta precedente e che, quindi, una parte di risparmio nasce già da questo. Sebbene de Magistris — fanno sapere sempre in Municipio — abbia ridotto il budget a sua disposizione rispetto all’ex sindaco nell’ordine del 20-30 per cento. Ma forse si poteva fare di più visto il clima di austerity che regna al Comune di Napoli.
Insorge Angelo Pisani, presidente della Municipalità di Scampia, che ricorda come i cittadini della Municipalità che presiede, ma forse non solo della sua, generalmente «nei front office non trovano nessuno cui rappresentare un loro problema o che collabori con i relativi presidenti, assessori e consiglieri anche per la più banale questione. Nonostante si investano tanti soldi pubblici per staff e collaboratori vari, il decentramento tanto pubblicizzato da de Magistris resta sempre sulla carta. Ad oggi, la mia Municipalità risponde ai cittadini solo tramite il suo presidente che di tasca propria paga una collaboratrice ed un collaboratore per cercare di far funzionare la macchina amministrativa ed istituzionale».