Standard & Poor’s taglia ancora giù il rating per 24 banche italiane
Il governo italiano, afferma Standard and Poor’s nel suo rapporto, deve attuare “misure fattibili di aumento della crescita e portare avanti una più veloce riduzione del peso del debito dovuto al settore pubblico” oppure, fra le diverse conseguenze, le banche e le imprese dovranno affrontare costi di finanziamento più alti e una stretta sul credito con conseguenze sull’economia.Partendo da livelli di rating diversi, il declassamento ha coinvolto Mps (da A- a Bbb+), Banco Popolare (da A- a Bbb), Banca Popolare di Milano (da A- a Bbb+), Banca Carige (da A- a Bbb+).
Colpite anche Credito bergamasco, Banca Aletti & c, Bper, Banca Akros, Banca popolare di Vicenza, Credem, Veneto banca, Cassa di risparmio della provincia di Teramo, Cassa di risparmio di Cento, Banca popolare dell’Alto Adige, Banca di Bologna, Iccrea holding e Iccrea banca, Iccrea bancaimpresa, Agos-Ducato, Farmafactoring, Banca mediocredito del Friuli-Venezia Giulia, Bancasai. Confermati i rating di Intesa Sanpaolo e Unicredit (entrambi A) e Bnl (A+) oltre che quelli di Mediobanca (A).Per l’agenzia le rinnovate tensioni sul mercato e nei Paesi periferici europei, specie in Italia, oltre che le prospettive di crescita in calo hanno portare a un ulteriore deterioramento delle condizioni operative delle banche italiane. Per il settore è previsto un aumento del costo della raccolta e un calo della redditività nei prossimi due anni mentre il rallentamento dell’economia nel 2012 potrebbe impedire il miglioramento della qualità degli attivi.L’agenzia di rating ha rivisto inoltre la sua valutazione del settore bancario italiano (“Bank Industry Country Risk Assessment) dal gruppo 2 al gruppo 3 su una scala da 1 a 10, dove 1 è il livello più elevato.