Stangata di rincari su tariffe e bollette Assicurazioni boom: +131% dal ’96
ROMA
(17 aprile) – Boom di aumenti delle tariffe (e di conseguenza delle
bollette) per i servizi pubblici e locali ma anche aumento dei prezzi
per le assicurazioni. In calo solo le spese per le telecomunicazioni.
L’Unioncamere e il ministero del Tesoro hanno elaborato l’andamento dei
prezzi presentando due distinte ricerche.
Dalle poste ai pedaggi autostradali, dai trasporti al canone Tv: è un boom di rincari per le tariffe pubbliche. Spinta
dalla ripartenza dell’economia e dall’aumento dei prezzi di petrolio e
materie prime, l’inflazione ricomincia a salire ma resta sotto
controllo, mentre le tariffe pubbliche schizzano del +3,9% anno su
anno. E l’aumento registrato nel 2009 porta l’incremento complessivo
delle tariffe pubbliche negli ultimi cinque anni al +15%. È questo il
quadro tratteggiato dall’Osservatorio «Prezzi e Mercati» di Indis,
Istituto dell’Unioncamere specializzato nella distribuzione.
Dardanello: rischio per la ripresa dei consumi interni. «Mentre
la crescita dell’inflazione e l’aumento delle materie prime possono
essere salutati come un segnale del fatto che l’economia nazionale e
internazionale sta ripartendo – sottolinea il presidente di
Unioncamere, Ferruccio Dardanello – l’incremento delle tariffe in
questo momento ancora delicato viene ad incidere negativamente sui
bilanci delle famiglie e, quindi, potrebbe anche rallentare la ripresa
dei consumi interni. È un elemento che va tenuto sotto osservazione».
Le tariffe pubbliche. Tra i versanti caldi dell’inflazione,
evidenzia il rapporto, vi sono in questa fase le tariffe pubbliche,
aumentate, appunto, negli ultimi dodici mesi del 3,9% in media. I
rincari sono abbastanza diffusi, in particolare sul versante dei prezzi
dei servizi amministrati localmente. L’analisi realizzata
dall’Osservatorio dei prezzi e dei mercati sulla base dell’indice Ipca,
evidenzia che nell’ultimo quinquennio le tariffe pubbliche sono
cresciute del 15%, cinque punti percentuali in eccesso rispetto al
tasso ufficiale di inflazione.
Tra queste le tariffe postali sono rincarate di circa il 13%, le
tariffe autostradali di circa il 15%, quelle ferroviarie del 26%, i
trasporti marittimi di oltre il 38%.
I maggiori aumenti colpiscono però le tariffe locali: per i
rifiuti solidi urbani il rincaro è stato del 29,1% tra il 2005 e il
2009 e del 4,5% lo scoro anno. Per l’acqua potabile invece il rialzo è
stato di ben il 31,8% nel quinquennio e del 7,6% nel solo 2009. «Tali
aumenti – sottolinea Unioncamere – sono da ascrivere alla convergenza
delle tariffe verso livelli compatibili con la totale copertura dei
costi del servizio, secondo un processo di ristrutturazione che implica
per il settore dei rifiuti il passaggio dalla tassa (TARSU) alla
tariffa (TIA), e per quello dell’idrico il passaggio al Metodo
normalizzato previsto dalla legge Galli».
Dal 1996 al 2009 i prezzi delle assicurazioni in Italia sono aumentati del 131,3%,
contro il +35,3% della zona euro. A certificare la galoppata di rc auto
e altri prodotti assicurativi è il Quaderno dei prezzi del Dipartimento
del Tesoro del Ministero dell’Economia relativo a dicembre 2009.
Secondo il voluminoso studio, che propone anche un confronto tra i
cinque maggiori Paesi europei, l’Italia conquista il primo posto dei
rincari: al secondo posto c’è il Regno Unito (+78,6%) e al terzo la
Spagna (+67,4%). Seguono la Germania (+30,1%) e la Francia (+16,5%).
Consistente anche l’aumento dei servizi finanziari (+89,9% contro +43%
della zona euro).
In generale, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo dal 1996 mostra
un forte aumento per la Spagna (+42%) e per l’Italia (+33%), entrambe
sopra la media di Eurolandia (+27,8%). Sotto la soglia si trovano
invece Francia (+23,4%), Regno Unito (+23,1%) e Germania (+21%).
E’ aumentato tutto. Secondo lo studio del Dipartimento del
Tesoro, tra le voci che più insistono sull’economia delle famiglie e
che hanno un andamento superiore a quello medio della zona euro, oltre
ad assicurazioni e servizi finanziari, figurano gli affitti, l’acqua
potabile, i rifiuti, ma anche l’abbigliamento, le calzature, i mobili,
i libri. Si registra un ritmo accelerato anche per quanto riguarda il
trasporto marittimo e i servizi postali.
In molti di questi casi l’andamento è superiore alla media e anche a quello degli altri Paesi.
Il prezzo dei servizi finanziari (+89,9%), comparto nel quale rientrano
anche quelli bancari, viaggia a un ritmo doppio rispetto a Eurolandia,
dove l’aumento è del 43%, e quadruplo rispetto alla Francia (+22,2%).
In Germania l’aumento è del 31%, mentre nel Regno Unito si registra
addirittura un calo (-22%). Peggio dell’Italia va soltanto la Spagna
(+97,2%).
Rincari record anche per gli affitti: il +49% dell’Italia è
secondo solo al +72,9% della Spagna e superiore al +28,1% della media,
mentre tutti gli altri registrano aumenti molto più contenuti (appena
+16,7% la Germania). L’acqua potabile è invece cresciuta del 68,4%
contro il 41% di Eurolandia, i rifiuti del 68,3% (+55,4% in Europa),
l’elettricità del 36,2% (+31,9%), i trasporti marittimi dell’86,2%
(+47,2%) e i servizi postali del 37,6% (+27,3%).
Anche per il classico shopping in Italia la spesa è aumentata ben più che altrove:
per l’abbigliamento si registra un rincaro del 22,4%, che è più del
doppio dell’aumento europeo (+8,9%); il +29,8% delle calzature si
confronta con il +18,1% di Eurolandia; per i libri in Italia si spende
il 34,2% in più, contro il +24,6% dell’eurozona. Molto minore è invece
il distacco nel carrello della spesa: gli alimentari dal 1996 a oggi
sono aumentati del 32,6% in Italia e del 30% in Europa.
L’unica voce con il segno meno sono le tlc (-31,1%), in altri casi si registrano invece aumenti inferiori alla media della zona euro.
Sorprendente caso della benzina: la voce carburanti e
lubrificanti in Italia è cresciuta del 36,1%, meno degli aumenti
registrati in tutti gli altri Paesi presenti nello studio e anche meno
della media europea (+54,9%).