Stangata sulle famiglie campane Irpef al massimo: 130 euro in più all’anno
Nella regione più tartassata d’Italia, già alle prese con l’aliquota
Irpef e l’accise sulla benzina al massimo per coprire i debiti della
sanità e con i ticket su farmaci e codici bianchi, il 2012 porterà in
dote un nuovo aumento, l’ennesimo dell’Irpef, questa volta previsto dal
decreto «salva Italia».
Il ritocco graverà non poco sulle tasche dei campani, che rispetto ai
cittadini delle altre regioni pagheranno il prezzo più alto.
Con il decreto Monti l’addizionale passa dallo 0,9 all’1,23 (+0,33 per
cento), determinando un maggior gettito di 2.085 milioni di euro.
L’aumento va a sommarsi alle aliquote preesistenti che in Campania sono
già al massimo livello. In particolare alla maggiorazione all’1,23 vanno
aggiunte quelle stabilite dalle singole Regioni che possono sommarvi al
massimo uno 0,50.
Se si tratta però di Regioni alle prese con il piano di rientro dal
debito della sanità è possibile un ulteriore aumento dello 0,30. È
quanto vale per la Campania dove l’aliquota complessiva sarà pari al
2,03, il che vuol dire per un cittadino con un reddito imponibile di
30mila euro pagare nel 2012 609 euro complessivi, una rata mensile (su
undici) di 55 euro, a fronte di un cittadino lombardo, con lo stesso
reddito, che invece dovrà preventivare di pagare al fisco 427 euro, con
una rata mensile di 39 euro. In media un rincaro (vedi servizio a lato)
di 130 euro a famiglia.
Se per la Regione la stangata Irpef è ufficiale per Palazzo San Giacomo
la strada intrapresa è quella. Se ne riparlerà a fine gennaio ma
sembrano essere scarse le possibilità di non incidere sulla leva
fiscale. Alla luce della manovra del premier Mario Monti. Al momento
l’aliquota comunale è allo 0,5 o se si preferisce al 5 per mille.
Teoricamente la si può estendere fino allo 0,8 o otto per mille. In
Comune l’assessore al Bilancio Riccardo Realfonzo ha fatto le
simulazioni sulla questione. Se si arrivasse alla forbice massima ci
sarebbe un gettito immediato di poco superiore ai 25 milioni di euro.
Difficile prevedere il costo per famiglia perché dipende dai redditi. Ma
un calcolo molto rozzo si tratterrebbe anche qui di un prelievo di più o
meno 50 euro. La discussione a Palazzo San Giacomo è in atto. Si
aspetta che la manovra Monti diventi legge. Se non interverranno
modifiche, al Comune lo Stato taglierà la bellezza di cento milioni. A
quel punto sarà impossibile non agire – per recuperare qualcosa – sulle
leve fiscali. Pena il taglio ulteriore di servizi primari come i
trasporti. O peggio ancora l’aumento dei costi di altri servizi. Si sta
invece pensando di non sottoporre al salasso – nel caso già nel
previsionale di gennaio si dovesse intervenire – i redditi al di sotto
dei 16mila euro. Dove anche 50 euro rappresentano una importante fonte
per la mera sopravvivenza. Una partita dunque aperta che il sindaco
Luigi de Magistris e l sua squadra stanno cercando di giocare senza
incidere eccessivamente nelle tasche dei napoletani.