Stangata treni: i pendolari fanno sciopero
Sui binari, di fianco ai treni ad alta velocità, corre anche la
protesta dei viaggiatori abituali. Sono arrivati gli (annunciati)
aumenti delle tariffe degli abbonamenti, e il popolo dei pendolari è
sul piede di guerra. È alle porte una singolare manifestazione di
protesta: treni veloci vuoti per un giorno e tutti i pendolari ad
affollare gli Intercity, anzi il solo Intercity utile a raggiungere
Roma in tempo utile per l’apertura degli uffici, quello delle 5,55.
L’organizzazione è in corso, i giorni di festa non aiutano; per adesso
l’appuntamento di massima è fissato per l’11 gennaio, il primo lunedì
in cui tutti torneranno al lavoro. Quel lunedì, secondo le speranze
degli organizzatori, i treni ad alta velocità che collegano Napoli alla
capitale dovrebbero restare deserti e il convoglio Intercity dell’alba,
dovrà essere talmente pieno di passeggeri da mettere in crisi il
sistema delle Ferrovie. Per adesso si tratta di una speranza, ma la
rabbia dei viaggiatori è a livelli talmente alti che la protesta
potrebbe realmente trasformarsi in un evento importante. Da tempo era
noto che le Ferrovie avrebbero fatto lievitare i prezzi degli
abbonamenti, e i viaggiatori aspettavano di conoscere il valore degli
aumenti che, da qualche giorno, sono stati comunicati. Per la linea
Napoli-Roma un abbonamento in seconda classe alla tav è passato da 300
a 350 euro; decisamente più consistente l’aumento per i viaggiatori di
prima che fino all’inizio del mese di dicembre pagavano 400 euro e dal
primo gennaio pagheranno 500 euro. E, come se non bastasse, i pendolari
lamentano anche la cancellazione di un altro piccolo beneficio che
esisteva fino a ieri, la possibilità di accedere a uno sconto per chi
effettuava l’acquisto online. Sui treni dei lavoratori non si parla
d’altro. Anche il forum del sito «pendolari.org» è preso d’assalto. Ci
si sfoga, si racconta la rabbia di questi aumenti previsti e difficili
da scoprire fino a qualche giorno fa, quando sono state diffuse le
nuove tariffe che hanno messo in crisi i viaggiatori. Si punta il dito
contro la scelta dei tempi di comunicazione degli aumenti; secondo i
pendolari «l’hanno fatto nei giorni di festa per far passare sotto
silenzio quel che stava accadendo, così a gennaio dopo la sbornia delle
vacanze natalizie nessuno avrebbe protestato». Naturalmente, invece,
non c’è nulla di preordinato nella decisione che, è bene ribadirlo, era
stata annunciata da tempo ed era ampiamente attesa da parte degli
stessi viaggiatori, anche in considerazione del fatto che i biglietti
avevano già subito un ritocco verso l’alto. Trenitalia spiega che la
crescita dei costi era prevista e che i valori sono in linea con il
servizio offerto. Fin dal giorno d’esordio dell’alta velocità, il 13
dicembre, l’azienda ha spiegato che il costo dei viaggi sulla linea
veloce in Italia è tra i più bassi d’Europa a parità di servizio
offerto: ma ai pendolari non bastano queste precisazioni e continuano a
far sentire la loro voce di protesta. Protesta che cresce anche in
considerazione delle modifiche all’orario scattate con l’avvento
dell’alta velocità. Molti lamentano la cancellazione di convogli e lo
spostamento di orari in favore della linea ad alta velocità. Anche in
questo caso Trenitalia ha risposto alle contestazioni dei viaggiatori
abituali spiegando che l’azienda va semplicemente incontro alla domanda
che viene dalla clientela. D’improvviso, con l’aumento degli
abbonamenti per la tav, si sono ritrovati sulla stessa barricata tutti
i pendolari napoletani. A metà dicembre protestavano con vivacità
soprattutto gli utilizzatori degli Intercity che avevano fatto i conti
con modifiche d’orario che avevano stravolto le loro abitudini. Oggi al
fianco dei pendolari dell’Intercity si schierano anche quelli della
tav: cinquanta o cento euro in più al mese, sono troppi. Sui vagoni c’è
fermento. La manifestazione pacifica dell’11 gennaio sta diventando una
realtà.