Statali: i tagli ai premi sono stati annulati…ma solo per il 75% dei casi
Alla fine il governo ha mantenuto la
promessa. Nel bene e nel male. I tagli ai premi di produttività degli
statali e dei parastatali, introdotti con la Finanziaria, sono stati
annullati. Ma non per intero: le risorse tagliate (circa 500 milioni di
euro) saranno reintegrate più o meno per i tre quarti, il restante 25%
non arriverà mai più.
I fondi. Il ministro dell’Economia ha autorizzato le
amministrazioni a spendere i soldi. La decisione veniva data ormai per
scontata da tempo (“Il Messaggero” l’aveva preannunciata il 20 luglio).
In particolare, si possono utilizzare subito le risorse destinate ai
dipendenti del Tesoro, del dipartimento Politiche fiscali, delle
agenzie fiscali, dell’Inps, dell’Inpdap, dell’Inail, del ministero
della Salute e del Lavoro. Cioè quelle amministrazioni che hanno una
loro autonomia finanziaria, potendo disporre di entrate proprie: chi
conta sul recupero dell’evasione fiscale, chi sui contributi
previdenziali, chi sugli introiti delle cosiddette “cartolarizzazioni”,
chi su alcune entrate tariffarie.
I casi più difficili. Il discorso è più complicato per le altre
amministrazioni, cioè quasi tutti i ministeri, che non hanno risorse
autonome. Per loro la partita non è ancora del tutto chiusa, ma sembra
ormai assodato che si potrà attingere a un fondo messo a disposizione
del ministro Brunetta tempo fa proprio per questo scopo. Del resto non
servono tanti milioni, i dipendenti in questione sono poche migliaia.
Il taglio che resta. Il recupero dei fondi, come si diceva, non
sarà integrale. Si perderà un 25% dei soldi. E in qualche caso si
tratta di una perdita consistente: per i dipendentidell’Inps o del
Tesoro, ad esempio, il danno finale in busta paga sarà mediamente
superiore ai mille e 200 euro lordi. Al ministero della Salute supererà
addirittura i 2.500 euro. A questo taglio va inoltre sommata l’altra
decurtazione prevista dalla Finanziaria: quella che riduce del 10%
tutti i fondi di amministrazione. In totale, per chi lavora al Tesoro o
in un ente previdenziale o in un’agenzia fiscale il reddito da
quest’anno si ridurrà grosso modo di 2 mila euro lordi.
Malumore al Tesoro. In questi giorni al Tesoro si è diffuso un
po’ di malcontento fra gli impiegati. Di solito a luglio o ad agosto
l’amministrazione versa al personale una parte del salario accessorio
(cioè i premi di produttività). Quest’anno invece non è ancora arrivato
niente. Ma ad accrescere l’insoddisfazione è stato il fatto che nelle
buste paga dei dirigenti il salario accessorio è arrivato eccome: cifre
che, per i dirigenti di prima fascia, possono superare i 15 mila euro.
In realtà i due eventi non hanno alcun collegamento fra loro. Anzi i
premi dei dirigenti sono stati ritardati di qualche mese: avrebbero
dovuto essere pagati ad aprile, e sono stati spostati ad agosto proprio
per cercare di farli coincidere con quelli degli impiegati. Tentativo
non riuscito, perché i premi degli impiegati hanno subito un ritardo.
Dovrebbero comunque arrivare entro settembre.