Stop ai blitz dei mariti in casa delle ex
L’ex marito non può fare lo 007 e introdursi a casa della moglie, in
via di separazione per trafugare, fotocopiare e poi restituire,
documenti da produrre nell’udienza per lo scioglimento del matrimonio.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6377
depositata oggi (il testo su Guida al diritto), ha condannato per
violazione di domicilio un signore assolto dall’accusa di furto, mossa
dalla sua ex consorte, dal Gup di Forlì.
Il giudice per l’udienza preliminare aveva scelto la via della
clemenza, partendo dal presupposto che gli atti fotocopiati, presentati
il giorno della causa a sostegno delle richieste per l’accordo
patrimoniale, erano stati ritrovati al loro posto. Il James Bond in
questione poteva dunque essersi limitato a fotografare i documenti
senza spostarli, operazione che esclude il furto, oppure poteva averli
presi il tempo strettamente necessario per acquisirne una copia,
ipotesi che farebbe scattare un furto di “serie b”, messo in atto per
il godimento temporaneo della cosa e punibile solo su querela.
Di parere diverso sono stati i giudici della Cassazione che,
tralasciando la tesi del furto, difficilmente dimostrabile, hanno
scelto l’incontestabile reato della violazione di domicilio. Per
entrare in possesso delle copie, l’ex marito intraprendente, era di
sicuro dovuto entrare in casa e non aveva un titolo per farlo.