Stop alle cartelle pazze: ora basterà l’autodichiarazione per fermarle
ROMA – Stop alle cartelle pazze. Da oggi in poi il contribuente che
Ad annunciare la novità è Equitalia, la concessionaria
Nella direttiva, che porta la data di oggi, la società spiega
Ora invece, in base alla direttiva emanata oggi, «qualora il
La procedura prevede comunque che «entro i successivi dieci
riceverà dal fisco una richiesta per un pagamento già effettuato ha una
nuova arma per fermare le procedure dell’erario. Basterà inviare una
autodichiarazione per sospendere la procedura di riscossione. Il
contribuente così non dovrà più fare la spola tra la società di
riscossione e l’ente creditore per avere spiegazioni.
della riscossione pubblica che cura per il Fisco il recupero delle
tasse non versate e che oggi ha emanato una direttiva a tutte le
proprie società controllate con l’obiettivo espresso di «migliorare
sensibilmente la relazione con i debitori iscritti a ruolo».
«il perdurare di alcune disfunzione del sistema» impongono «una
profonda riflessione per modificare i nostri standard di operativita».
Fino a ieri – spiega la società di riscossione – il contribuente che si
presentava allo sportello di Equitalia sostenendo di aver pagato le
somme riportate nella cartella di pagamento (siano esse relative a
multe stradali, mancati versamenti dell’Irpef o dei contributi Inps
ecc.) chiedeva all’agente della riscossione spiegazioni. Quest’ultimo,
non possedendo informazioni a riguardo, invitava il cittadino a
rivolgersi direttamente all’ente creditore.
contribuente sia in grado di produrre un provvedimento di sgravio o di
sospensione emesso dall’ente creditore in conseguenza della
presentazione di un’istanza di autotutela, una sospensione giudiziale
oppure una sentenza della magistratura, o anche un pagamento effettuato
in data antecedente alla formazione del ruolo in favore dell’ente
creditore, la riscossione sarà immediatamente sospesa».
giorni, l’agente della riscossione porterà all’attenzione dell’ente
creditore la documentazione consegnata dal debitore, al fine di
ottenere conferma o meno dell’esistenza delle ragioni di quest’ultimo».
Sarà in pratica una controprova che, però, non sarà scaricata sulle
spalle dei contribuenti. Inoltre – è scritto nella direttiva – «in caso
di silenzio degli enti, le azioni volte al recupero del credito
rimarranno comunque sospese». Il cerchio, in pratica, sarà così chiuso.
E, se la procedura si rivelerà efficace, si potrà accendere semaforo
rosso alle Cartelle Pazze.