Stop alle partite di calcio nei bar privi di permesso
O c’è l’autorizzazione del legittimo distributore oppure il titolare di un esercizio commerciale, bar, pub o circolo che sia, non può trasmettere sul monitor tv le partite di calcio, pena multe salatissime.
Il caso
Lo ribadisce la Suprema Corte con
la sentenza n. 20142 della Terza sezione penale che ha confermato la
condanna alla reclusione e al pagamento di una grossa multa nei
confronti dei presidenti di due circoli privati di della provincia di
Cagliari che avevano utilizzato, per la visione di una partita di
calcio, apparecchi decoder muniti di schede elettroniche che
consentivano la ricezione di programmi a pagamento di Telepiù.
I titolari dei due circoli erano già stati condannati dalla Corte d’appello.
Inutile
la difesa in Cassazione di entrambi che mirava a dimostrare come, alla
vigilia dei controlli della Guardia di Finanza, i due avessero
presentato esplicita richiesta a Telepiù per attivare l’abbonamento.
Condotta illecita
I giudici con
l’ermellino non lasciano spazi ad alibi. I titolari hanno trasmesso la
partite nell’assoluta consapevolezza dell’illiceità della loro
condotta. Pur sapendo che l’abbonamento non era stato ancora attivato,
hanno utilizzato apparecchiature altrui per proiettare programmi
criptati ad intrattenimento della clientela.
Guadagni illegittimi a fronte di proiezioni irregolari
Oltre
alla diffusione di un servizio criptato fuori dell’accordo con il
legittimo distributore, il barista che trasmette partite di calcio
irregolarmente consegue anche un guadagno illegittimo perché
naturalmente i tifosi desiderosi di vedere la partita della squadra del
cuore tendono a consumare alimenti e bevande proprio all’interno del
circolo.