Stop pignoramenti stipendi e pensioni
ROMA – Stop ai pignoramenti sui conti correnti in banca o alle poste dove vengono versati i soldi di stipendi e pensioni. Lo ha deciso Equitalia con decorrenza immediata stabilendo che la procedura va attivata su datori di lavoro ed enti pensionistici e solo se il reddito stipendio/pensione supera i 5 mila euro.
La decisione è contenuta in una circolare che il responsabile della divisione riscossione di Equitalia, Giancarlo Rossi, ha inviato agli amministratori delegati e ai direttori generali di tutte le società di riscossione partecipate. Lo stop riguarda solo il prelievo sui conti correnti (e solo sotto il limite dei 5.000 euro di reddito da lavoro-pensione al mese) mentre per le procedure di pignoramento presso il datore di lavoro o l’ente pensionistico si procederà secondo le tradizionali regole: potrà essere pignorato 1/10 dello stipendio sotto i 2.500 euro mensili di reddito, 1/7 tra 2.500 e 5.000 euro 1/5 sopra questa soglia. La circolare, che ha per oggetto “pignoramenti a carico di lavoratori dipendenti e pensionati”, prevede che “nelle more degli approfondimenti che si rendono necessari all’esito delle problematiche emerse in merito ai pignoramenti di conti correnti sui quali affluiscono stipendi/pensioni, si dispone, con decorrenza immediata, che per i contribuenti lavoratori dipendenti e/o pensionati non si proceda, in prima battuta, a pignoramenti presso istituti di credito/poste”. “Tali azioni – prosegue la circolare – saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro e/o ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio/pensione risulti pari o superiore a 5 mila euro mensili”.
BEFERA, USO REDDITOMETRO SOLO PER EVASIONE SPUDORATA – “Useremo il redditometro soltanto nel caso di evasione spudorata”. Lo ha detto Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrata, a Napoli dove sta partecipando a un convegno sull’evasione fiscale organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti. Uno strumento, il redditometro, che servirà per “colpire coloro che hanno un reddito consumato elevatissimo a fronte di una dichiarazione redditi esigua”.