Stress da lavoro per 4 milioni di italiani Miliardi persi in cure e produttività
ROMA
Dagli studi condotti emerge che una percentuale compresa tra il 50% e
I grandi cambiamenti nel mondo del lavoro, a partire
In Italia, secondo l’Ispesl, 4 milioni sono soggetti a stress da lavoro. «Nel
(29 marzo) – Lo stress da lavoro colpisce nell’Unione europea più di 40
milioni di persone (di cui 4 milioni in Italia), ovvero circa il 22%
dei lavoratori, e rappresenta il secondo problema sanitario in Europa:
il tutto per un costo di oltre 20 milioni. E’ quanto emerso nel corso
della conferenza dell’European Academy of occupation health psycology,
organizzata dall’Ispesl in collaborazione con l’Agenzia europea per la
salute e la sicurezza sul lavoro: tre giorni di incontro, dal 29 al 31
marzo, presso la Pontificia Università urbaniana, a Roma, per
riflettere sulla gestione dei rischi psicosociali in Italia e in Europa.
il 60% di tutte le giornate lavorative perse è riconducibile allo
stress. In un recente studio del European Heart Journal è stato stimato
che solo il trattamento sanitario del disturbo depressivo collegato
allo stress incide direttamente sull’economia europea con un dispendio
pari a 44 miliardi di euro e, indirettamente, in termini di calo di
produttività, con una perdita pari a 77 miliardi di euro.
dell’introduzione di nuove tecnologie fino alla diffusione di nuove
forme contrattuali flessibili, oltre a portare un profondo mutamento
dell’organizzazione del lavoro, hanno introdotto anche nuovi rischi
lavorativi. Le cause di insorgenza di stress sono da attribuire ad uno
squilibrio cognitivamente percepito tra gli impegni che l’ambiente
fisico e sociale impone di fronteggiare e la propria capacità
(percepita) di affrontarli; quando si sperimenta una condizione di
questo tipo nella realtà lavorativa si parla di stress-lavoro
correlato. La ricerca nel settore ha mostrato che le cause dello stress
lavoro-correlato sono molteplici, ma riconducibili principalmente alla
tipologia di professione, all’organizzazione del lavoro e al modo in
cui sono gestite le risorse umane nel contesto lavorativo.
nostro Paese – dice Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento di
Medicina del lavoro Ispesl – sono soggette a stress da lavoro categorie
tradizionali come le professioni sanitarie, gli insegnanti, e le forze
dell’ordine, anche se di fronte alla frammentazione del mondo del
lavoro rimangono coinvolti anche molti lavoratori precari e flessibili
e gli over 45. Per tutti questi soggetti il rischio maggiore, oltre ad
una serie di disturbi di carattere psicosociale, che spesso portano ad
un utilizzo crescente di psicofarmaci, è rappresentato da quelle
malattie che poi, correlate, passano alla fase della somatizzazione,
come ad esempio i disturbi gastrointestinali o cardiovascolari».