Studio Uil: quest’anno spesi 638mila euro in ricorsi
Un lavoro “precario”, già di per sé, crea disagi e insicurezze. Nella
scuola, poi, anche, un esborso di soldi non indifferente. Colpa
dell’attuale “graduatorificio permanente”, nel solo 2009, ci racconta
un’interessante studio della Uil Scuola, sono stati spesi 638mila euro
per ricorsi. In media, 100 euro a persona, per ben 6.381 atti
notificati a Viale Trastevere. E tutti, presentati nella speranza di
guadagnare un gradino migliore in vista della stabilità o,
semplicemente, per evitare di essere scavalcati da un collega un po’
più scaltro. Parla di vero e proprio “business del precariato”, il
segretario generale della Uil Scuola Massimo Di Menna, che analizza i
mali oscuri delle graduatorie scolastiche, divenute “permanenti” dal
1999 e “ad esaurimento”, dal 2007.
Un sistema di reclutamento di professori “alla deriva”, che, oggi,
conta ben 232.048 insegnanti iscritti, di cui 5.462, inclusi in prima e
seconda fascia (esclusi quelli di ruolo). Insomma, un esercito di
“precari”, soprattutto in Sicilia e Campania, dove ce ne sono circa un
quarto (66mila circa), e per cui il tempo indeterminato arriva, in
media, anche, dopo 10-20 anni. A finire sotto accusa è, anche, lo
“scellerato” sistema dei punteggi, che costringe l’insegnante a vivere
con la calcolatrice in mano per fare i conti in attesa del posto fisso:
12 per l’abilitazione, 12 per ogni anno di servizio, 6 per il titolo di
studio, 3 per master, specializzazione, diploma di perfezionamento,
uno, per un attestato di frequenza. Questo anno, per esempio, gli
ultimi chiamati nella scuola elementare, in ordine di graduatoria, a
Milano avevano 30 punti, a Roma 80, a Palermo, 85. Ma l’aggiornamento,
si sa, costa. Per un master annuale, sottolinea la Uil, si può arrivare
in media a 1.900 euro, mentre una specializzazione, di solito biennale,
costa più o meno 650 euro l’anno (1.300, pacchetto completo). Un
diploma di perfezionamento, in genere di durata annuale, vale a dire
1.500 ore, per 60 crediti, varia da 600 a 1.000 euro. I più “economici”
di tutti sono gli attestati di frequenza di corsi di perfezionamento:
durano un anno (con esame finale) e costano tra i 500 e i 600 euro.
Per evitare questo spreco di risorse, la Uil Scuola,
sostanzialmente d’accordo con le altre principali sigle sindacali della
scuola, propone al Governo di stabilizzare immediatamente le
graduatorie e di prevedere organici e contratti pluriennali. Da
approvare subito è, poi, il decreto sulla formazione iniziale e, dove
sono esaurite le graduatorie, prevedere un nuovo reclutamento dei
professori attraverso i concorsi. In questo modo, secondo i sindacati,
si consentirebbe “non solo continuità didattica e nei servizi, ma
eviterebbe, pure, le rituali, lunghissime file che si ripetono nel mese
di agosto, ogni anno, per l’incarico, nonché i continui spostamenti di
sede”.