Sulla violenza nel mondo del calcio e sui giornalisti tifosi
Dopo i fatti inauditi di Salernitana – Nocerina, gli insulti razzisti in tutti gli stadi contro i napoletani ed altre vicende orribili che girano intorno e dentro gli stadi, – spiega l’avvocato Angelo Pisani, legale di Diego Maradona in Italia – il mondo del calcio rischia di essere marchiato indelebilmente come ambiente marcio e violento per comportamenti assurdi che si ripetono ogni settimana, ad ogni incontro di calcio, in ogni città.
La colpa però non è solo dei delinquenti che si mascherano da tifosi e che vanno puniti ma anche di certo modo assurdo di fare giornalismo tifoso che fa da sfondo ideologico o peggio ancora alimenta una mentalità violenta in certi personaggi che gravitano intorno alle squadre di calcio solo per scaricare le loro frustrazioni e aggressività.
Mi riferisco a quella assurda novità del giornalista tifoso che purtroppo trova spazio sempre maggiore anche su network importanti come Sky e Mediaset. E’ un modo di fare giornalismo lontano anni luce da quella che è la deontologia di chi esercita un mestiere tanto delicato. Ed è per questo – spiega l’avvocato Angelo Pisani – che certi giornalisti o pseudo tali comincino ad avvertire la responsabilità del loro ruolo e l’assurdità dei loro comportamenti e delle loro parole in televisione che spesso contribuiscono ad alimentare un clima già pesante tra tifoserie. A questi giornalisti o cronisti tifosi e ai canali sportivi di Sky e Mediaset che li usano vorrei ricordare l’insegnamento del segretario nazionale della Fnsi, Siddi.
Il dottor Siddi dice che “le contiguità che non siano professionali e le ‘dipendenze’ non sono un bene per nessuno, neanche per il mondo dello sport più ricco e viziato. Le cronache e i commenti sportivi non sono un fatto privato a disposizione di presidenti, di società o di organizzatori di manifestazioni ed eventi. Su qualsiasi attività d’interesse pubblico i giornalisti hanno il diritto-dovere di darne conto correttamente ai cittadini, titolari del diritto all’informazione, secondo i principi della lealtà e della verità sostanziale dei fatti. Alcuni diffusi fenomeni di ‘patron’ che ritengono di dover decidere a proprio piacimento sugli accessi agli avvenimenti, quindi alle fonti, sono francamente inaccettabili e debbono essere corretti, come sta tentando di fare, ad esempio, la Figc (Federazione italiana giuoco calcio) con alcuni deferimenti esemplari di presidenti protagonisti di arbitrarie e gravi invasioni di campo.
Un’informazione libera, ovviamente, va sempre affidata a persone qualificate, abilitate alla professione e obbligate al rispetto della deontologia. Tutti gli altri casi vanno espunti. È arrivato il tempo di fare chiarezza. Infatti chiediamo ai media dello sport di stare nel proprio campo con correttezza. Va detto chiaro e tondo, insomma, che chi usa il tesserino di giornalista per attività di ultrà non ha più titolo a far parte di questa professione. E’ arrivato il tempo di chiedersi, quindi, se chi fa cronache sportive piene di urla da ultrà, in radio e tv, da tifoseria estrema, sia da considerarsi giornalista o non piuttosto personaggio da spettacolo o retro spettacolo”. Ecco, conclude Pisani, spero tanto che i giornalisti tifosi rispettino i loro principi deontologici e ascoltino la voce del loro presidente Siddi. Solo così si può contribuire a rendere più sereno il clima intorno al mondo del calcio.