Superpoteri a Equitalia, è rivolta
«Bisogna fare molta attenzione. Con la crisi economica che sta colpendo le imprese, i provvedimenti da stato di polizia tributaria rischiano di far salire la tensione sociale». Mario Pozza, presidente provinciale della Confartigianato, non usa mezzi termini per commentare le novità sulle modalità di riscossione dei tributi da parte di Equitalia, in vigore da lunedì. E punta il dito soprattutto contro la politica. «Tremonti si è dimostrato essere il fratello gemello di Visco – afferma Pozza – chi ha scritto una manovra finanziaria basata solamente sul recupero del sommerso è un soggetto da studio psichiatrico. Con il rafforzamento dei poteri di Equitalia si è voluto colpire soprattutto i piccoli imprenditori e si è voluto bastonare solamente le partite Iva. Se poi si considera che gli studi di settore sono stati alzati dal 20 per cento è chiaro che la situazione sta per esplodere». A preoccupare soprattutto il presidente provinciale della Confartigianato è la scomparsa della cartella esattoriale, ossia l’avviso di accertamento (in poche parole, la prima lettera che sarà recapitata al cittadino) che avrà immediatamente titolo esecutivo: da lì in poi Equitalia potrà agire con azioni esecutive come il pignoramento della casa. «Sembra che nessuno si voglia rendere conto che la situazione ormai è drammatica – aggiunge Pozza – una volta ci si poteva rivolgere alle banche per avere i prestiti in modo tale da poter pagare Equitalia. Ora le banche applicano interessi che arrivano anche al 30 per cento e gli artigiani e le imprese sono strozzati da una parte e dall’altra. Ripeto, bisogna fare attenzione, la tensione sociale sta salendo pericolosamente». Giuliano Rosolen, segretario provinciale della Cna, punta il dito contro le esecuzioni forzate e l’obbligo di pagare il 30 per cento di quanto richiesto in caso di avvio di contenzioso. «In questi anni abbiamo visto troppe cartelle pazze – afferma – dunque lo Stato non può pretendere il pagamento anticipato, quando è lui per primo a non pagare i suoi fornitori, che possono aspettare anche anni prima di vedere dall’ente pubblico quanto gli è dovuto. Per il manifatturiero e gli artigiani la crisi è veramente pesante e lo Stato si dimostra miope. Giusto per fare un esempio il ministero delle Finanze sta riorganizzando i suoi uffici territoriali senza alcun criterio. Qui in Veneto sono stati tagliati diversi posti, così mi hanno detto che il mio referente era diventato un ufficio a centinaia di chilometri di distanza».