Tagli alla cultura: il 12 novembre ‘Porte chiuse, luci accese sulla cultura
Il 12 novembre centinaia di musei, biblioteche, siti archeologici, luoghi di spettacolo, da Roma a Torino, da Venezia a Bari, in decine di città e comuni, chiuderanno i battenti per opporsi ai provvedimenti sulla cultura nell’ultima manovra finanziaria del governo. Previste anche forme di proteste alternative (a Milano ad esempio, si pensa ad una giornata di gratuità di musei e siti). La mobilitazione nazionale, ‘Porte chiuse, luci accese sulla cultura’ è stata annunciata giovedì 4 novembre all’Auditorium parco della Musica di Roma, dai promotori, federculture e Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), con il sostegno del Fai, Fondo Ambiente italiano. Presente, fra gli altri, anche Umberto Croppi, assessore alle Politiche culturali e alla comunicazione del Comune di Roma. L’iniziativa, spiegano i promotori, non è solo contro i tagli, comunque molto consistenti: 280 milioni tra quelli diretti al ministero dei Beni e le Attività Culturali, decurtamento del Fus e dei trasferimenti statali agli enti culturali, cui si aggiungono le riduzioni a carico delle amministrazioni locali, che potrebbero essere di circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio. Si contestano soprattutto norme ”che potrebbero avere conseguenze disastrose sul sistema culturale italiano” ha detto Roberto Grossi, presidente di Federculture, come il tetto di spesa per l’organizzazione delle mostre pari al 20% di quanto speso dall’amministrazione nel 2009, tagliando di fatto, stando ai numeri in cartella stampa, dell’80% le risorse.
Porte chiuse, luci accese sulla cultura Ma dove si fermano i tagli di Tremonti? Anzi, dove vengono immesse gigantesche risorse di denaro pubblico? Nell’acquisto di 131 bombardieri F35 per un costo totale di 14 MILIARDI DI EURO! Una scelta sbagliata e incompatibile con la situazione sociale del paese. Per le spese militari si trovano sempre le somme e le banche centrali non fanno problemi, e neppure la corte dei conti UE nell’aumento poderoso del debito pubblico Italiano ! Un costo, quello delle armi, che potrebbe essere trasformato in sostegno a politiche sociali, alla ricerca, alla cultura che potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova stagione di ideali e di speranze..