I tagli firmati Tremonti continuano a scuotere il governo. La rigida politica economica imposta dal ministro dell’Economia provoca nuove tensioni all’interno dell’esecutivo. Oggi è la volta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi: “A fronte della decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni, non sono in grado di esercitare la mia delega”. Giovanardi precisa che “i 20 milioni che rimangono” al dipartimento della Famiglia “dovrebbero essere concordati con le Regioni. Non si può quindi far fronte alle spese obbligatorie, ad esempio per le adozioni familiari e per la legge sulla conciliazione casa-lavoro. E’ una situazione francamente insostenibile. Potrei dire polemicamente che non è vero che vengono fatti solo tagli lineari perché sul fondo della famiglia siamo andati ben al di là”. Con questo taglio “che non posso accettare”, conclude Giovanardi “il dipartimento non sarà in grado di fare le azioni di coordinamento e promozione”.Lo strappo di Giovanardi si inserisce in una scia già tracciata. Ovvero il malumore per “lo strapotere” di Tremonti. Lo stesso Berlusconi, solo ieri, davati alle proteste dei poliziotti per i tagli, si è difeso puntando il dito contro il responsabile dell’Economia. Per non parlare della cultura e del la protesta che sale ormai da tempo. Ieri si è dimesso anche il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali,Andrea Carandini. La stessa scelta fatta dal suo predecessore Salvatore Settis. Berlusconi vede Scajola. “E’ stato un incontro, come sempre, franco e cordiale. A me piace sempre unire e non dividere”. Così l’ex ministro Pdl Claudio Scajola riferisce ai cronisti del suo incontro, durato meno di un’ora, con Silvio Berlusconi, lasciando Palazzo Grazioli. Ai giornalisti che gli chiedono cosa si aspetti dal faccia a faccia con il presidente del Consiglio, l’esponente Pdl risponde: “Riflettiamo”. L’ex ministro ha infine glissato sull’ipotesi di dar vita a gruppi parlamentari autonomi.