Tangenti per affidare gli appalti: arrestato ex soprintendente Beni architettonici
La Guardia di Finanza di Napoli ha
eseguito questa mattina quattro arresti e sette provvedimenti
interdittivi dell’esercizio della libera professione disposti dal gip
nei confronti di funzionari della Soprintendenza per i beni
architettonici di Napoli. Tra gli arrestati spicca anche il nome del
soprintendente di Caserta, Enrico Guglielmo, che all’epoca dei fatti
ricopriva lo stesso incarico a Napoli. Arrestato anche il nipote.
Coinvolti imprenditori e liberi professionisti in un vasto giro di corruzione per l’aggiudicazione di appalti pubblici.
Tra gli arrestati anche l’architetto Enrico Guglielmo, ex
soprintendente per i beni architettonici di Napoli, attuale
soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici delle province
di Caserta e Benevento, per i reati di associazione a delinquere,
corruzione, turbativa d’asta e falso ideologico.
Nel fascicolo è presente anche una telefonata di raccomandazione all’ex
presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Durante la
telefonata – intercettata – l’ex soprintendente avrebbe chiesto aiuto
all’ex numero uno di Confindustria per favorire un politico del
centrosinistra.
La stessa misura cautelare è stata applicata nei confronti
dell’imprenditore Luigi Lucci, accusato di corruzione; Gianluca
Guglielmo, nipote del soprintendente, accusato di prestare il nome allo
zio per svolgere le sue attività illecite; Mauro Fusco, collaboratore
esterno della soprintendenza per i beni architettonici di Napoli.
A tutti gli arrestati è stato concesso il beneficio degli arresti
domiciliari. È stato, invece, imposto il divieto temporaneo di
esercitare la professione agli architetti: Giuseppe Monaco, Giuseppe
Taccogni, Michele Barone Lumaga, Massimo Panarese, Monica Pisani,
Valentina Salvi e Teresa Tauro.
In particolare, gli uomini del Nucleo di Polizia tributaria della
Guardia di Finanza di Napoli hanno accertato che numerosi appalti,
indetti dalla Soprintendenza nel periodo 2003-2007, venivano
irregolarmente aggiudicati sempre ad un medesimo cartello di imprese o
professionisti a fronte del versamento di somme di denaro.