Tar a Gelmini: 30 giorni per rivedere graduatorie precari o commissario
Il ministero dell’Istruzione entro un mese
dovrà rivedere le graduatorie dei precari della scuola, altrimenti un
commissario già nominato (il dirigente generale della Funzione pubblica
Luciano Cannerozzi) provvederà «in via sostituiva ad adempiere al
dictum giudiziale».
E’ quanto ha deciso la III sezione bis del Tar del Lazio
presieduta da Evasio Speranza accogliendo una richiesta
dell’Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione
(Anief) e da circa 70 insegnanti. I ricorrenti hanno protestato perché
erano stati inseriti “in coda”, anziché rispettando il proprio
punteggio, nell’aggiornamento delle graduatorie fatto dal ministero.
Ma il ministero ribadisce che nulla cambierà: «la sentenza del
Tar sarà superata da un emendamento al Decreto che sarà proposto in
sede di conversione del DM salva-precari».
Il Tar dà esecuzione all’ordinanza con la quale il 5 giugno
scorso aveva sospeso la parte del decreto ministeriale che, integrando
e aggiornando le graduatorie, aveva tra l’altro stabilito che il
personale che aveva indicato nella richiesta di iscrizione «ulteriori
tre province in cui figurare in graduatoria per il biennio 2009-2011»,
sarebbe stato «collocato in posizione subordinata (in coda) al
personale incluso in III fascia, nel rispetto della fascia in cui è
inserito, con il punteggio e tutte le altre situazioni personali
conseguiti nella provincia di appartenenza».
Cosa viene richiesto. Il ministero dovrà inserire a pettine
(sulla base del punteggio ottenuto) nelle graduatorie provinciali un
centinaio di insegnanti supplenti.
Altri ricorsi. Sono inoltre in fase di definizione (si attende la calendarizzazione delle udienze) numerosi altri ricorsi proposti.
Il ministero dell’Istruzione fa sapere che l’ordinanza del Tar «è
la scontata conseguenza del recente rigetto, da parte del Consiglio di
Stato, dell’appello già proposto dall’amministrazione. Il Miur, con il
consenso di gran parte dei sindacati, ha pronto un emendamento al
Decreto Ministeriale salvaprecari che conferma i provvedimenti del
Ministero e che consentirà di rendere inefficace il pronunciamento del
Tar e di evitare il commissariamento. Con l’emendamento che sarà
proposto in sede di conversione del DM salva-precari, il Ministero non
consentirà il trasferimento da una graduatoria all’altra, garantendo (e
limitando) però la possibilità di inserimento in coda in altre 3
province (in posizione subordinata rispetto a coloro che sono già
inseriti in queste ultime)».
Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, stima
che i docenti coinvolti potrebbero essere 150 mila. Infatti – spiega –
già il Consiglio di stato qualche giorno fa aveva sospeso il
provvedimento del ministro Gelmini che prevedeva appunto l’inserimento
dei precari in coda; e il ministro aveva già provveduto, con una
circolare, l’inserimento a pettine, seppure con riserva.
Comitato precari: sarà nuovo caos. L’ordinanza del Tar riapre la
questione graduatorie e «sarà caos». Ne è convinta la presidente del
Comitato insegnanti precari, Maristella Curreli. «Dopo questa ordinanza
– dice – non sappiamo come andrà a finire. Che cosa succederà se un
insegnante ora lavora e con l’inserimento dei precari a pettine non ne
avrebbe avuto diritto? Come si comporterà il ministero? Le graduatorie
saranno ovviamente sconvolte, ci saranno ancora ricorsi. Nulla è
chiaro. Sarà un caos, assistiamo a ribaltoni amministrativi. E a
pagarne le conseguenze saremo noi precari».
Flc-Cgil . «Tutte queste sentenze a catena creano sconvolgimento
e cambi di supplenza in corso d’anno, se si dimostrasse che le
graduatorie sono ingestibili, il ministro Gelmini interverrebbe poi con
altre forme di reclutamento» ha detto la segretaria regionale della
Flc-Cgil del Lazio, Anna Fedeli.
Critiche alla Gelmini dall’Idv. La sentenza «boccia, di fatto,
l’arroganza del ministro Gelmini e delle sue scelte, la politica
autoritaria del governo che ha ignorato le organizzazioni di categoria
e gli operatori del settore» afferma Pierfelice Zazzera, capogruppo
dell’Italia dei Valori in commissione Cultura della Camera.
La Lega critica i giudici. «Siamo oramai di fronte ad una vera e
propria dittatura delle toghe, una casta che travalica i propri ambiti
e scavalca le competenze del Parlamento e del Ministero» afferma Paolo
Grimoldi, deputato della Lega Nord e coordinatore federale del
Movimento Giovani Padani.